Grande obbligo certamente, s’ha da tenere agli studiosi nostri maggiori, i quali rinnovano nella conquassata Italia, le scienze e l’eloquenza e ha poi tutte, onde con tal mezzo, nella civiltà, nelle belle lettere, nella gentilezza del vestire, nella magnificenza del fabbricare, nello scoprire e dipingere no siamo inferiori agli Antichi, ma negli ingegni dei Moderni con le onorate fatiche si sono impiegati in cose tanto varie e tanto belle; pare a me che ad una non ponendo mente o pur vedendola con poca loro lode, l’abbiano tralasciata e questa e la descrizione dell’antichità delle famiglie nobili Italiane che molte si furono e molte sono. Maggior pensiero avendo in ciò dimostrato le altre vicine nazioni, come la Tedesca, la Spagnola e la Francese, ne si deve ammettere la incuria d’alcuni disprezzare simile impresa, come cosa ambiziosa, quasi che il sapere dei valorosi passati non apporti altrocanto obbligo di affaticarsi ai numerosi discendenti quanto furono e (……..) a gl’inetti o di posporla per soverchio travaglio di ricercare i fatti di lungo tempo scorsi, che questo peso non fu rifiutato da quei che hanno tradotto o commentato i buoni autori, ne da quei altri, che da molti frammenti formarono un’intera storia di tutto il mondo nel modo a punto, che dalle sprezzate colonne o dai caduti edifici si rinnovò l’architettura, e della spesa nulla avendosi a dire. Quanto all’impossibilità di ridurre ad effetto le particolari narrazioni che trattò della Famiglia (……) si pose avanti il modo di superarla. Stimerò io dunque io dunque di fare dosa di Italiano convenevole, e a questi tempi degna di lode., se tra le altre segnalate Famiglie ora proverò a descrivere l’origine, l’antichità degli Illustratissimi Borromei di Milano, la quale stirpe è l’antichissima Vitaliana, che poi prese il cognome Borromea e fu sempre un vivo seminario di Uomini grandi e valorosi e d’ora (cosa in vero meravigliosissima) si ritrova continuata memoria, la qual comincia nel Padre della Santissima Giustina Vergine e Martire e previene sino ai nostri giorni, che è fatta colma d’ogni splendore da chiarissimi Soggetti e fra gli altri due Amplissimi cardinali. Uno che da poco fu morto, con i suoi miracoli ci chiama al Cielo, e l’altro vivente il qual con parole e con fatti ce ne apre la strada.
Dovendo perciò scrivere di questa Illustrissima Famiglia, è necessario, che facendomi a dietro ricerche il principio non solo della Borromea, ma della Vitaliana ancora, poiché sappiamo che essa il nome di Vitaliana in Borromea mutò, e da Padova a Milano si trasferì. Ciò come fosse e a quel tempo e per qual cagione intervenisse io ho da dimostrare, prima di venire appresso a trattare dei nomi particolari, onde si forma questa discendenza sopra ogni altra di quanto ne abbia vedute continuata, e antica, che fare parlerò avanti della Borromea, poi me ne passerò alla Vitaliana.
Varie sono le opinioni del principio e del nome della Casata Borromea. Alcuni vogliono che alla deriva da quel Giovanni Vitaliani il quale al tempo dell’Imperatore Giustiniano passò in Italia contro i Gotti con un grosso esercito, dall’assedio dei quali liberò Roma e perciò detto fu Buon Romeo e i suoi discendenti in processo di tempo con nome corrotto Borromei. Altri mossi da certe congetture d’alcune Fattione che regnavano in Pisa raccontando di quelli una lunga novella, affermano che essa ebbe il principio in questa città. Pretendono altri, che incominciasse da un Filippo figlio naturale dell’Imperatore Federico Barbarossa che fu da lui fatto Vicario Imperiale di S.Miniato in Toscana e detto perciò Tedesco, il quale perché a sua devozione andava ogni anno a Roma in abito di Pellegrino facendosi grandissime elemosine, fosse di tal ragione detto il Buon Romeo e i discendenti di lui Borromei. Finalmente sono alcuni che contrariamente accertano che ella derivi da una dei Signori di Narni e Spoletti, il quale solo e incognito partitosi di casa con lungo e fastoso viaggio fece un pellegrinaggio a San Giacomo di Galizia e nel ritorno (….) da lui nobilissimo Barone e gran personaggio detto genero dandogli una figlia che aveva, facendolo erede della sua facoltà onde quei che discesero da questo, che pur chiamato Buon Romeo, fossero Borromei nominati.
Di queste opinioni ne sapendosi, ne avendo a far caso qual che sia la più vera a me basta che convengano tutte che tal famiglia Borromea in Toscana nel Castello di Santo Miniato fu molto nobile, e tanto grande, che ne aveva l’assoluto dominio o ne possedeva tanta parte, che quello e il vicino Castello che erano molto di grande considerazione reggeva ad arbitrio suo. Ella abbondava di uomini e ricchezze ed aderiva alla parte Imperiale, onde i Fiorentini, che erano Guelfi avevano un duro incontro e per questo quanti poterono, la perseguitarono ma fatti poi Signori i medesimi Fiorentini del resto di Toscana soggiogarono San Miniato che sin all’ora si aveva da se governato, ciò sopportarono con mal animo i Borromei e particolarmente il Cavaliere Filippo figlio di Lazarino il quale era il Capo della Famiglia che ridottosi a Milano con la moglie e con i figli fu raccolto da Barnabò Visconti allora Signore di Milano, al quale l’imperatore aveva raccomandato San Miniato e si pose ad abitare nella contrada di San Giorgio in Palazzo e di li a pochi anni operosi che ritolse San Miniato ai Fiorentini ma con poca felicità, poi che molti giorni dopo la recuperarono i Fiorentini e Filippo fu crudelmente morto. Restarono di lui in Milano quattro figlioli: Borromeo, Alessandro, Andrea e Giovanni con una sorella detta Margherita e con Talia Prosopea loro madre, la quale era sorella di Beatrice moglie di Facin Cane dalla Scala Signore di Verona ma passata a miglior vita la madre, e sepolta nella chiesa di San Giorgio in Palazzo, si ridussero questi fratelli in studio a Padova ove si dottorarono. Andrea e Alessandro stettero in Padova essi che vennero in età di poter trattare le cose loro e dividendosi poi, Giovanni andò a Milano, Alessandro a Venezia e Borromeo con Andrea fermati in Padova, ove maritarono la sorella Margherita a Giacomo Vitaliano, figliolo di Vitaliano delli Vitaliani della contrada di San Urbano, uomo di famiglia nobilissima e sopra ogni altro stimato da Carraresi allora signori di Padova. Gli stessi fratelli Borromei in diversi luoghi così valorosamente operarono e accumulate grandissime ricchezze furono di loro valore in grazia di molti Principi d’Italia, ma tra gli altri da Galeazzo conte di virtù Signore di Milano; l’anno 1395 il 12 maggio furono fatti cittadini Milanesi e aggraditi di molti onori e in particolare Borromeo fu investito del Castello di Arona e del Borgo di Val di Taro con bellissime prerogative, da Giò Maria Visconti Duca di Milano nell’anno 1404 con titolo di Conte, e Giovanni fatto ergo Tesoriere maggiore e nello stesso tempo Borromeo e Alessandro in Padova fecero acquisto di molte protezioni e di non pochi castelli oltre che recuperare in Toscana quasi tutti i poderi del Padre i quali erano stati applicati alla parte Guelfa onde col valore loro la propria condizione, quando più pareva abbattuta molto aggrandirono. Ma perciò che le cose mondane non possono essere da ogni parte convinte occorre che benché tutti quattro i fratelli nobilmente si maritassero altro che Borromeo che ebbe figlioli, dai quali sono discesi tutti i Borromei di Padova che sono molti e molti onorati e quelli di Toscana, che ancora ivi si trovano in stato assai onorevole. Alessandro e Andrea non avendo figlioli adottarono i discendenti di Borromeo.
Resta Giovanni il quarto fratello il quale dicevamo era in Milano ricchissimo e onoratissimo, questo pure ritrovandosi senza figlioli legittimi, e vedendo quelli di Borromeo e le facoltà del (….) dei due zii ben provvisti in Padova e in Firenze si rivolse da adottare Vitaliano figliolo della sorella la quale era già maritata a Giacomo Vitaliani e ne era naturalmente (…) questo fanciullo, che rimase in quei giorni senza Padre, così fatto veniva con la Madre a Milano il fece ser cittadino l’anno 1416 e volle che lasciando il cognome di Vitaliano pigliasse quel dei Borromei, come si legge nella scrittura autentica che si conserva di questi signori in Milano, ove i due che non più Vitaliano Vitaliani ma Vitaliano Borromeo si vuole nominare, perciò fu esso erede della grandissima ricchezza di suo zio Giovanni, e di lui con singolare felicità sono discesi tutti i signori Borromeo di Milano, i quali essendo per sangue Vitaliani, chi di loro vuole ritrovare l’origine bisogna necessariamente che passi a trattare della Famiglia Vitaliana della quale dovendo parlare comincerò da questo capo.
La Famiglia Vitaliana dunque discende dal Re Vitaliano signore di Padova. Oltre le memorie particolari che sono appresso essa Famiglia in Padova, la dove una pubblica fama che di questi secoli di mano in mano si è ritrovata e le croniche e le storie Padovane lo confermano. E quando al Cronista Guglielmo Ongarello il quale con infinita fatica e con diligenza ha raccolto tutte le memorie antiche della Città, lo scrive quando parla del Re Vitaliano. Lo stesso afferma il Conte Antonio Calza nella sua Storietta che fa delle Famiglie Padovane dove la mette prima di tutte le altre. Ne solo le storie Padovane, ma le Veneziane ancora l’affermano, perché trattano dell’origine delle famiglie nobili di Venezia fanno non solo menzione della Vitaliana, come di nobile e antichissima Veneziana ma la dicono derivare dal Padre di Santa Giustina. Tra gli storici Bernardino Scardioni uomo veridico e singolare operatore delle Antichità di Padova chiaramente e definitivamente dimostra che essa discende da questo Vitaliano, ove del suo battesimo si fa menzione. Lo stesso dice Filelfo nelle orazioni che fa dell’assunzione di Giacomo il Vescovo di Pavia, e nel funerale di Filippo Borromei Senatore di Capacorta.
Oltra di ciò i signori deputati della Città di Padova, da quali vengono tutte le cose pertinenti al Consiglio di quella Città e sono fatte custodire le scritture pubbliche fanno ampia fede del medesimo con un bellissimo privilegio fatto di mano di Giovanni Giacomo degli Terentij Cittadino e Cancelliere di Padova munito col pubblico sigillo della Mag.a Città di Padova sotto il giorno 25 gennaio 1568.
Ma siccome tutti sì accordarono che da Vitaliano abbia avuto origine questa Famiglia, così varie sono le opinioni della Patria di lui poi che il dicono alcuni discendersi da Antenore, altri il fanno Toscano e infine altri vogliono che sia Romano.
Quei che lo pretendono discendere da Antenore provano la loro opinione che il Dominio che ebbero egli e i suoi Maggiori e discendenti (…..) della città d’Altino, la quale fu già edificata da Antenore quando venne da Troia con i suoi Troiani e venisse ad abitare in questi luoghi e vi aggiungono che l’arma Vitaliana sia quella che Antenore usava dire in “campo celeste, alune onde di mare e gigli d’oro”.
Ma questi che tengono che fu toscano dicono che tra le Dodici Colonie le quali edificarono i Toscani di qua dall’Appennino, Adria fu una di quelle di tanta importanza che diede nome a quel Mare, la quale era posta fra Padova e Ravenna non molto longe da dove ora è Rovigo e vogliono che la dominassero i maggiori del Re Vitaliano, i quali distrutta la Città di Padova si ritirarono e fondarono un nuovo Dominio, e ciò confermano con alcune loro ragioni che ho giudicato superfluo riferire.
Gli altri che affermano e da quanto appare con più ragione e certezza che fosse Romano l’hanno fatto discendente di un Massimo de Vitalli il quale da Romani fu mandato Prefetto a Governare la Città di Padova perciò raccontano che questo Massimo viene da Roma con tre figlioli, Giustino, Vespasiano e Cornelio Augure, e che di Giustino fu figliolo Vitaliano. In tal opinione concordano i tutti sopra citati Autori, e ancora si dimostra migliore considerando il nome che da Vitalli è dedotto come, da Antonio Antoniano e da Cicerone Ciceroniano, e altri secondo l’uso Romano e si legge nelle memorie antiche Vitalliano, non Vitaliano.
Questa opinione seguendo io come vera e dimostrerò che tratta della Famiglia Vitellia a ciò vediamo qual fosse in Roma, dal che apparirà l’origine della Vitaliana della quale parliamo.
La Familia Vitellia in Roma per quelli che scrivono la storia fu nobilissima e la derivano da Fano Re degli Aborigeni e della Dea Vitellia la quale era cosiddetta o dai Vitelli che si sacrificavano o vero dal verbo Vitulare che vuol dire fare allegrezza dopo la vittoria. Carlo Sigonio diligentissimo investigatore delle Antichità Romane la mise prima di tutte le Famiglie di Roma come quella che venga dagli Aborigeni i quali erano così nominati per l’antichità loro, quasi che fossero senza origine e primi di tutti gli altri e non nati da altri ma tutti gli altri da loro. Di questa famiglia si fa memoria al tempo di Tarquinio Superbo nella congiura fatta dai figlioli di Bruto ove vengono nominati alcuni dei Vitelli come Cognati loro. Di lei anche si fa menzione al tempo che fu presa Roma dai Galli, ma quel che fa a nostro proposito al tempo degli Imperatori molti di loro furono Consoli e Capitani ed uno sin l’Impero giunse. Che oltre le antichità, vi sono memorie grandissime della potenza di questa Famiglia, una strada diritta fatta da loro che cominciava dal monte Gianicolo e andava sino al Mare di Ostia, e una Colonia che di loro stessi e dei suoi propri famigliari condussero contro i Popoli equi i quali erano assai vicini a Roma cosa che non si legge che altra Famiglia fosse possente a far in tuta Roma, fuor che la Fabia Famiglia tal nobile per antichità, per potenza, per onori, fu stimata degna dell’Impero di tutto il mondo all’ora che la Famiglia dei Cesari mancava si contentava dai pretendenti che la dovesse succedere. Dunque in Roma i Vitalli ebbero Consoli, Capitani e quasi che contra voglia sua Aulo Vitellio fu Imperatore e gli stessi nella provincia di Venezia furono prima Prefetti poi nelle rivoluzioni dell’Impero pigliarono tanta forza che di Commissari ne divennero assoluti padroni dopo che Massimo venne a Padova, con i tre suoi figlioli ivi fondò il suo dominio, che non solo gli su facile, e le cose dell’Impero che andavano male, ma per l’aiuto sei suoi che erano in Roma che se bene l’Imperatore Aulo fu ucciso, molti non di meno restarono della sua fazione e particolarmente nelle parti di Venezia ove si ricoverarono i fuggitivi. E qui s’ha d’avvertire che si ritrovarono quei tempi in Roma quattro fazioni, le quali dai Colori di distinguevano in Bianco-Rosso-Verde e Azzurra la quale verde si (…..) Di questo era tanto parziale l’Imperatore Vitellio che faceva morire coloro che come negli spettacoli l’avevano disprezzata o beffata e questo di che la sua impresa era di quel colore, del quale ancora è scudo dell’Arma Vitaliana.
Da le cose fin qui dove raccogliamo che questa Famiglia discende dal Re Vitaliano, egli fu dei Vitelli e che i Vitelli i quali furono principalissimi in Roma vengono dagli Aborigeni. Ora dobbiamo dedicarci a trattare d’uno in uno dei discendenti del Re Vitaliano che faremo prima di Massimo e dei suoi figli e nipoti detta avremo ancora de qual egli fu, così aversi distinta e chiara questa successione continuata per tanti e tanti secoli sino ai nostri tempi.
MASSIMO VITELLIO
Massimo fu mandato da Roma Prefetto in Padova molti anni avanti che Cesare assaltasse la Francia e ivi si fermò sino alla morte e di sua moglie lasciò tre figlioli Giustino, Vespasiano, e Cornelio Augure dai posteri dai quali uscirono poi diverse Famiglie; La Vitaliana , la Cumana e la Candiana. Non si sa già di certo in qual grado di parentela fosse con Publio Vitellio Avo di Aulo Vitellio Imperatore. Di questo Massimo non si sa altra notizia più particolare, non ne trattando quei che di lui scrissero essendo in quanto egli fu Avo del nostro Vitaliano, da cui deriva la Famiglia della quale facciamo discorso nel derivare dai suoi tre figlioli e in quest’ordine poi ne diremo di quelli che sono Laterali, poi passeremo a quegli altri che entrano in linea retta nel tronco della discendenza e faremo tutta questa opera di non confondere quelle cose le quali con ogni studio che procuriamo che siano chiarissime. Dunque prima dicendo di Cornelio e Vespasiano e dei loto discendenti appresso verremo a Giustino per fermarsi nei Vitaliani che da là uscirono.
2
CORNELIO AUGURE
Cornelio Augure, uno dei tre figlioli di Massimo, du così detto Augure perché era Sacerdote del famosissimo Tempio di Gerione il quali era posto nei monti Euganei vicino alla città dio Padova ove attendevano agli auguri secondo il Costume di quelli antichi. Di questo Cornelio hanno fatto menzione appresso molti Autori e egli indovinò la vittoria di Cesare contro Pompeo a Farsaglia e raccontata a molti astanti nel Tempio in quel proprio posto, che il fatto successe in Tracia, cosa a dire il vero prodigiosa e della quale parla Aulo Giglio molto alla lunga. Lucano ne fa più versi e Sultonio ancora e Plutarco ne fa menzione: ma più di tutti diffusamente la racconta Tito Livio nei suoi libri che si sono perduti, poiché afferma di averla intesa dallo stesso Cornelio, il quale fu suo coetaneo e amico. Di lui non ritroviamo altro salvo che fu padre di Candido del quale ora diremo.
3
CANDIDO
Candido figliolo di Cornelio e nipote di Massimo viene così nominato che da lui prese il nome la Famiglia Candiani la quale era stata sin’ora nobile Veneziana e di questa famiglia fu Tomaso che nel 1425 fu Console alla edificazione del Rialto. Dello stesso sono usciti sino ad oggi di Venezia, due Vescovi, molti Senatori e molti famosi letterati dei quali uno fu Massimo, il quale oltre le altre opere che compose scrisse la Storia della sua Casa, quale s’io avessi potuto vedere, mi avrebbe molto giovato nella presente fatica. Questa Famiglia al presente si ritrova in luogo molto onorato e riguardevole tra le altre e fu grandissima nei tempi passati e fu Signora di una gran parte della Morea della quale chi vorrà scrivere avrà lungo campo; ma ora ella non è il soggetto che mi ho proposto; la (….) da parte intorno di Vespasiano, l’altro figliolo di Massimo.
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VESPASIANO
Vespasiano suo figliolo di Massimo fu, quanto si può congetturare, da lui fatto Signore di Monselice Castello principalissimo del Territorio Padovano che di Antichità e grandezza ha sempre gareggiato con quello di Este; di lui altro non ritrovo solo che fu padre di Egidio di cui ora diremo.
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EGIDIO
Egidio di Vespasiano figliolo è più famoso delle azioni dei suoi posteri che per le sue, altro non si conserva di lui fuor che era Signore di Monselice e che da lui discese la famiglia detta dei fontana, poi dei Cumani, la quale lungo tempo conservò il dominio di quel Castello e ora si ritrova in Padova nobile e benestante. Di lui uscì un altro Egidio del 450, il quale fu quel che diede la prima legge ai Veneziani che ancora si chiama col nome del suo Autore Egidiana. Tricido Fontana fu Vescovo di Padova l’anno di nostra salute 620, (….) Vescovo e Santo, il cui Corpo in Monselice si conserva (….) e la chiave delle sue Reliquie è tenuta dai Cumani di quel Castello. Oltre i quali vi furono altre molte in lettere e in armi famosi, dei quali tralascio di dire per non essere il soggetto di questa storai e ritornerò al terzo figlio di Massimo.
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GIUSTINO
Giustino dunque terzo figliolo di Massimo continuò nella Prefettura di Padova e fu uomo di bellissime maniere e di ciò molto caro ai Padovani. Egli era Signore di Altino e Concordia le quali erano Signorie lasciategli dal Padre e si teneva assoluto dominio, visse molti anni e morì o nel fine dell’Imperio di Augusto o nei primi giorni di Tiberio, lasciò un solo figliolo detto Vitaliano.
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VITALIANO
Anno di XPO (Cristo) 58
Vitaliano, figliolo di Giustino, dal quale discende la Famiglia di cui parliamo, successe al Padre nella Prefettura, e secondo alcuni, si fece assoluto Signore di Padova e dei luoghi vicini, il che gli fu facile per le contese, che erano tra i pretendenti dell’Impero, e di che la fazione Vitelliana rimase a lui dopo la morte dell’Imperatore Aulo Vitellio, la quale era si grande che se egli vi avesse acconsentito, poteva di poi tentare d’impadronirsene; ma Vitaliano uomo di Santissimi costumi, e in tutto contrario a quelli di Aulo, stimò di non muovere in modo alcuno. Questo è quel Vitaliano, che della sua bontà meritò di essere il primo Cristiano della Provincia di Venezia e se egli fu Re, come opinione di molti, fu tra quelli, il primo che spiegasse la Croce nel suo stendardo. Fu battezzato da San Prosdocino con tutta la sua famiglia, mandato in queste parti da San Pietro Apostolo e con tanta caldezza abbracciò la fede di XPO (Cristo) che morì così con opinione di Beato e fu il suo corpo con quello della sua moglie Prepadigna sepolto da San Prosdocimo su detto, già primo Vescovo di Padova, nell’Oratorio ovvero cappella fatta dallo stesso Prosdocimo n onore della B.V. Maria, madre di Fio nostro Signore, le reliquie dei quali fu fatto degno da Dio benedetto, di maneggiare, andare a trasportare l’anno del 1627 quando fu fatta l’ultima traslazione del Corpo della gloriosa Vergine Martire Giustina sua figlia, a di 7 ottobre del suddetto anno. Lasciò Vitaliano due figlioli, Giustina d’anni 14 e Giustino di quattro, del quale parleremo dopo che avremo detto della sorella.
8
GIUSTINA V. MARTIRE
Giustina figlia di Vitaliano e di Prepedigna fu battezzata da San Prosdocimo primo Vescovo di Padova e da lui istruita nella Cristiana fede, nella quale fece tante profezie, che essendo in età di 14 anni restata priva del Padre e della Madre e col fratello piccolino padrona di un Dominio da non sprezzare ed altro non attendeva con maggior cura che da procurare gli interessi della fede di Cristo, e che ognuno dei suoi sudditi si battezzasse ciò intendendo Dio (….) il quale del quale sopra tutti gli altri Imperatori fu il più accorto inimico e persecutore dei Cristiani, mandò dire a Massimiliano suo Prefetto nell’Insubria ovvero Gallo Cisalpina da altri malamente nominato Imperatore e con qual nome generico che si soleva attribuire ad ogni Capitano, siccome abbiamo nei Commentari di Cesare e da altri Autori antichi, che trasferitosi in Padova, procurassi ad ogni proposito discuterne l’anima di Giustina dal sano proposito della fede Cristiana e la inducesse a sacrificare agli idoli Ven… Massimiliano in queste parti di Venezia (….) in Padova (….) (….) da quelli del Popolo che (…) erano Pagani e Idolatri, e drizzato i Tribunale in Campo Marzo, così detto quel luogo che ora noi chiamiamo Frato della Valle, cominciò a martirizzare e far morire tutti quelli che stavano constanti alla fede di Cristo. Giustina allora si ritrovava fuori della Città nei suoi Poderi dove (……………………) piamente (…) (….) confermare nella fedeltà (….) popoli (….) a questo Podestà o vero Castello che fossero (….) la sua leggenda e altri Storici Padovani gli diedero il titolo di Villa o Torre Vitaliano così detta sino ai nostri tempi. La Vergine Giustina Quando intese e se ne veniva alla Città a confortare (…….) il suo popolo Padovano, a sopportare piuttosto ogni martirio che abbandonare la fede di Cristo. Giustina (….) (….) (….) vicino alla Porta della Città incontrò alcuni ministri di Massimiliano, che andavano questi zeli, volendo accostare per pigliarla, di che ella spaventata dubitando che non le usassero forza per violentarla, smontò tutta ansiosa di Cocchio, e postasi in ginocchioni, levando gli occhi al Cielo pregò Dio che le salvasse la sua Verginità quale gli aveva sino dalla sua fanciullezza conservata, e questo con tanto ardore di spirito che ben presto se ne videro manifestazioni, segni (….) che Dio benedetto per dimostrare quanto grata gli fosse stata quella sua orazione fece che la pietra sopra la quale era stata ginocchiata diventò molla a guisa di cera cesse (cedette) alle ginocchia della detta Vergine Giustina lasciandone impresso il segno di due fosse quali oggi con grandissimo stupore e miracolo si vedono in Venezia nella chiesa di Santa Giustina dove con grande venerazione è conservata quella pietra. Condotta di qui la Vergine Giustina da quelli ministri alla presenza del Tiranno, quale con molte lusinghe prima tentò di indurla all’adorazione dei falsi Dei, ma non fu mai possibile persuaderla a tanta impietà, anche lei confutando le ragioni del Tiranno, lo esortava a pigliare la vera fede di XPO (Cristo) e abbandonare le suggestioni. Vedendo il Tiranno che inviano si affaticava e che non era possibile voltare la fermezza di Giustina, comandò che con un pugnale fosse trafitto il petto della Vergine, quale con grandissima constanza sostenne il martirio e volando al Cielo andò a godere il suo gloriosissimo Sposo Gesù Cristo commutando la Corona del Regno Temporale e terrestre con quella dell’eterno Regno del Cielo. Il suo santissimo corpo fu raccolto da San Prosdocimo e sepolto nella Cappella ovvero Oratorio da lui già fabbricato ove riposano Vitaliano e Prepedigna suoi beati Genitori, in onore della qualgloriosa Vergine molti anni dopo da Opinione Fisauro (come alcuni vogliono) Padovano Fatrizio Romano e Console fu fabbricata una bellissima Chiesa la quale fu poi insieme con la Città distrutta da Attila, ma miracolosamente ritrovò il suo corpo l’anno 1053 il Vescovo di Padova Bernardo Maltraversa l’anno 1062 al 4 di marzo fu trasportato dalla Chiesa vecchia alla nuova fabbricata e dedicata al suo nome dai Monaci Benedettini, la quale fu numerata tra le più belle sontuose e grandi d’Italia. Fece molti miracoli nella morte e molto più quando fu ritrovato il suo corpo e molto più quando fu posto ove ora di trova. Ma fra tutti singolarissimo fu quello dell’anno 1572 operato da Dio per le preghiere di questa gloriosa Santa quando nel giorno della sua festa, il 7 ottobre, la Serenissima Repubblica di Venezia (….) il Cristianesimo tutto ottenne quella segnalata vittoria conto gli Infedeli, del qual beneficio la suddetta Repubblica ricordevole, ordinò che fossero stampate alcune monete d’argento con la sua effige e con Suo nome con le parole latine Memores (…) Justina Virgo, quali monete tuttavia dal suo nome sono chiamate Giuntine. Essa appare non solo Protettrice di Padova ma di tutta la Repubblica Cristiana, onde con grande ragione la famiglia Vitaliana la tiene quale sua particolare Avvocata. Ma passiamo a suo fratello Giustino.
8
GIUSTINO
Figlio di Vitaliano era di tenera età quando morì il Padre e la sorella riceve il martirio, che alcuni hanno scritto sotto Santa Giustina figliola di Vitaliano alla qual cosa si vede che ripugna il vero, per ciò che se questo fosse vero, Vitaliano non fosse stato capo.
Vitaliano marito di Prepedigna e padre di S. Giustina fu battezzato l’anno 47 di nostra Salute. La memoria di ciò è nota nella Cappella maggiore di Santa Giustina sopra una pietra di marmo al lato destro, in questo modo:
Vitaliano Patavij Presidi Imp. Nerone
E Prepedigne eius Uxori
Ouos D. Prosdocimus An. Post Christu XLVII
Baptizavit D. Justina Virginis Martirisque Par
Entibus quorum una en corpore filie in Aede
Veteri An. M C L X X V I I inventa inique ad
Hune diligenter et Sancte custodita, in carissimo
Huius Magni Templi partem traslata sunt Monachi
Pietissimi Posuere MDLXI
Il Padre suo ebbe nome Giustino, e l’Avo Massimo siccome ho veduto in una antichissima storia, il quale fu mandato Presidente in Padova dai Romani, dove venne con tre figlioli suoi, Vespasiano, Cornelio Augure e Giustino da quali discesero Egidio, Candido, Vitaliano e molti altri. F. Valerio Moschetto, Dominicano nel suo Trionfo di S.ta Giustina nell’Allegrezza della Vittoria navale ottenuta dalla Serenissima Repubblica di Venezia del 7 ottobre 1572. Di questo Vitaliano parlano tutte le Cronache di Padova, di Venezia e di tutta questa Provincia. Così tutti gli Storici, il Scardeone, Giacomo Cavasio-Vita di San Prosdocimo, Vita di Santa Giustina, Ongar Mortaso, Enrico Calderio e altri.
Traduzione (libera) del testo della lapide esistente nella Cappella Maggiore della Chiesa di Santa Giustina in Padova riportata precedentemente.
Imp. Nerone
Vitaliano Presidente di Padova
E Prepedigna sua moglie
Che furono battezzati da San Prosdocimo l’anno
XLVII dopo Cristo, genitori di Santa Giustina
Vergine e Martire, le ossa dei quali ed il corpo
della figlia furono nella vecchia tomba e ritrovate
l’anno MCLXXVII ora dove erano state diligentemente
per santa custodia, sono state trasferite in questa parte
di questo famoso grande Tempio
I Monaci Pietissimi Posero
MDLXI
Lettura e traduzione
della
Seconda Parte
(corrispondente alle pagine della lettura e trascrizione)
da 74 a 127
141 = San Massimo, discepolo di S. Prosdocimo, ricevette l’Episcopato, egli governò con singolare fede la Chiesa affidatagli per il prestigio della sua Stirpe che era la Vitaliana.
Questo lo raccontò Enrico Calderaio nel 1° libro, cap. 22 anno 141- Bernardo Scardonio ecc. ecc.
238 = Vitaliano, Prefetto del Pretorio per decisione del Senato, comandante di Massimino, venne ucciso perché seguiva il partito di Massimino e perché aveva infierito ferocemente contro i cittadini.
Cesare Baronio. Anal libro 2° a carta 374, anno del Signore 238.
389 = Vitaliano sposò Gorgonia, sorella di S.Gregorio Nazianzeno, teologo, dalla quale ebbe 5 figli: Pietro, Foca, Eugenia, Nosina e Alpiniana.
Cesare Baronio, Anal libro 5 a carta 690 anno del Signore 389.
416 = Genesio, figlio di Valerio, dicono esser nato l’anno 416 dalla stirpe dei Vitaliani, da madre Lavinia e dicono che alla sua nascita siano apparsi strani prodigi in cielo e nella stessa notte fosse fuggito dalla stalla un cavallo del padre che non potè mai essere ritrovato. Dicono ancora che la moglie di questi (Genesio) fosse Adriana la quale fuggi prima del marito, verso il mare, con tesoro del Signore (padrone)e con i figli. Nel luogo in cui per prima era scesa dalla nave, per un voto a Dio, decise di dedicare un tempio all’Angelo Raffaele affinché il marito ritornasse incolume sotto la guida dell’Angelo che, in tanto pericolo, se ne era andato lontano da Padova e prima aveva lasciato Paolo. Non mancò al voto (tenne fede al voto).
Ritornando alla nascita di Genesio, nello stesso luogo di essa edificò un tempio Sacro all’Angelo Gabriele, che esiste ancora e nello stesso luogo fede costruire, nel tempo, una grandissima casa.
Bernardino Scardonio, Libro 232, Classe XIV°, carta 269.
418 = Tiberio strinse parentela con Lilio (Gilio) che prima ancora chiamavano Giano e poi Lelio, altri, conoscendo la storia di quell’Abate, lo chiamavo Genusio.
Egli all’inizio fu Console di Padova (così che per sostenere i Barbari circondò le fortezze della città ed accrebbe il potere della Magistratura) poi, subito dopo, fu fatto Re per le zelanti dedizioni verso il suo popolo, e perché il Padre Galafro riferiva di trarre origine da Massimo Augusto sotto il quale nome abbiamo detto di essere ai sommi onori. Aveva consolidato la parentela conducendo in matrimonio Gioconda, sorella di Lilio e figlia di Lavinia e Valerio Ruteno, dalla quale e da Tiberio, sono nati Martello e Alfonsizio.
Storia Athestina libro 1° anno 418, carta 6.
452 = Lilio (Gilio) della famiglia e discendenza di Genusio, reggeva la città di Padova l’anno 452.
Giovanni Bonifacio, Storia di Treviso, libro 2°, carta 62.
422 = In primo tempo, una leale amicizia legò Lilio a Tiberio e Lilio, fornito di grande ricchezza acquistò autorità al punto di costringere Vicenza e Feltre a darsi a lui spontanemante e diventando di giorno in giorno sempre più famoso, pareva che le alre città vicine, sarebbero allo stesso modo cadute sotto la sua giurisdizione.
Anno della Salute 428, Cronaca Athestina libro 7.
428 = Lilio (Gilio) di Padova e Re Foresto e nello stesso tempo Principe degli Estensi del cui territorio dal Po sino ad entrambe le bocche dell’Adige spettavano la campagna di Verona ed i colli Taurisiani, avendo aggiunto la Città e la campagna sino dai tempi di Adriano e di Augusto, nulla doveva dare ai Veneti secondo il loro diritto.
a.D. c.8
450 = Lilio (Gilio) ricevuti cordialmente agli Ambasciatori e concesso largamente l’aiuto richiesto, manda il fratello Giordano, nato nei territori confinanti, dove c’era una schiera di 1.500 cavalieri, 3.000 fanti e 600 arcieri chiamati alle armi. Pose a capo Perotto Bugio per consiglio cittadino perché e soprattutto quello era abituato a condurre l’esercito in altri luoghi. Inoltre il Comando Supremo fu affidato a Foresto, Principe d’Este perché confinante e parente del Re. Qui manda alla carta 10.
Con i suoi e le forze di Lilio, Foresto si diresse ad Acquileia, accogliendo lungo la strada molti uomini.
453 = Poiché Perotto, per le ferite non poteva più comandare, quel Lilio parlando ai Re ed esortando i presenti, diedero l’incarico ad Accasino ed ai figli del fratello Alfonsisio e Martello, affinché egli stesso ammonendoli, perseverassero nell’affetto per Sondio e l’ossequio a Lilio.
Libro 1°, carta 19.
453 = Attila infuriato contro i predatori complici di Agnello, aperte le porte da Cordano entrando con la forza a Lambra invase la città, intervenne il Prefetto che sbaragliò i suoi arcieri. Intanto Perotto aveva compiuto la navigazione, infatti si era tenuto lontano dalla strada di terra (terrestre) e inseritosi fra i nemici aveva potuto esporre i mandati agli abitanti di Aquileia Affinché Lilio, per l’interesse comune, lasciasse i rancori privati; non ci fu bisogno di un grande discorso di Perotto per convincere Lilio.
Carta 19 anno 453.
453 = Quindi Lilio (Gilio) definite le cose in Patria, lasciò il fratello Giordanon che sedesse (sul trono) con la moglie Serena e ordinò di trasportare uomini pacifici in un luogo più alto del mare chiamato per sua natura “rivolto”.
Il Re, tra i 4.000 cavalieri che aveva radunato ne scelse 10 e li mandò ad Aquileia, distribuendo gli altri a presidio nei luoghi opportuni. Lo seguivano tre Nibili di Este i quali così agirono non disprezzando la schiera dei loro amici dai confini. Lilio promise a Foresto una stirpe mobilissima per volontà e per liberalità perché aveva accolto loro e aveva donato arnamenti equestri esortando a proseguire le vestigia degli avi.
Cronaca Athestina a carta 20.
453 = Cordano, che tanto prima aveva previsto ciò, si era preparato egregiamente a respingere con la forza in modo da gettare contro i Barbari che avanzavano, saette, giavellotti, calce viva, sassi e dardi, e da tutte le parti della città in modo che i Barbari ebbero la peggio. Per la qual cosa se avesse ripreso animo ma l’arrivo del Padovano, rimosso dalla sentenza, incominciò un’altra battaglia. Lilio aveva collocato nella prima fila Accasino e Rartello ecc. ecc.
Libro 1° carta 20.
453 = E così Lilio e Cordano entravano in città tra le acclamazioni e passarono la linea adiacente ai tre punti principali. Nello stesso tempo Cordano fatta irruzione, sconfisse i Marcomanni con molto zelo i quali, non potendo sopportare l’attacco, si diedero alla fuga. Lilio ecc. ecc.
Come sopra alla carta 20.
453 = Dall’accordo con Lilio (naturalmente con Menapo) si stabilisce in quale ora aggredire il nemico, manda una forza ad azione di sussidio, come avevano decretato e mutate le insegne così non sarebbe venuta meno la facoltà di condurre bene l’impresa. Lo stesso a carta 21.
Dopo questo Accasino si allontanò da Lilio che lo richiedeva per presidiare i suoi beni con Perotto.
Libro 1° carta 23.
453 = Lilio e Cordano informati della cosa e della situazione di Menapo, che era apertamente circondato da tanti mali, ora ed anche più a lungo (e per lungo tempo) aveav stabilito di lasciare questo luogo dove si trovavano e di fuggire a Grado.
Come sopra, alla carta 23.
453 = Lilio e Cordano non ordina di allentare e manda tutti (gli altri che ormai sono trasgressori) quelli che son passati oltre e proibisce egli stesso di distruggere le mura fortificate (la fortezza) e prepara un ponte per condurre incolumi i suoi e ritornano in pace.
Ivi alla carta 24.
453 = Lilio e Cordano, che in tanto pericolo pensava alle cose salutari, ammonito dal destino dei fratelli, allora si allontana per proteggere i suoi beni, con le Coorti di Valentiniano, dalle regioni vicine a Flaminia dove allora viveva ed ivi alla carta 24.
453 = E poi Accasino della condizione di prima come racconta Bernardo Giustiniano Antenoide, la cui custodia Lilio aveva affidato con gran presidio ad Arimontico, fece guerra ai Garissi che circondavano la città, non prima tuttavia che Accasino Alfonsisio e Martello portassero 2.000 fanti e 150 cavalieri sotto la guida di Regesto, fratello di Alfonsisio.
Libro 1° carta 25.
453 = Lilio, deplorate le sue cose ne egli stesso potendo fermarsi a causa del nemico e avendo sottratto presidii altrui per la vastità dei luoghi, saccheggiata Padova, condusse i cittadini a rivaalto dove Serena, moglie del prode, aveva mandato avanti i tesori del Re.
Ivi alla carta 26.
454 = Non si pretende pari origine di Ferrara che dopo la cessione Lilio amplificò rivolto, inoltre dopo la morte del marito, Serena senza dubbio fu fondatrice di Venezia la quale città ecc. Cronava Athestina nel medesimo punto sopra al libro 1° alla carta 28.
514 = Vitaliano, comandante dell’esercito, per la sua fede cattolica, ridusse con le armi all’obbedienza Anastasio Imperatore degli eretici e lo costrinse alla pace con il Papa dei Romani Simmaco.
Cesare Baronio annali tomo 6° carta 640 e ivi in moltissimi passi è frequente il ricordo di questo Vitaliano. Anno del Signore 514.
Il Vescovo Vitaliano partecipò al Sinodo di Roma sotto il Papa Gelosio insieme ad altri Presbiteri e Diaconi nella basilica di S.Pietro 222 e 2.222 lo stesso tempo dei Martiri. Anno del Signore 494.
515 = Vitaliano, comandante dell’esercito, per la sua fede cattolica vinse Anastasio Imperatore degli eretici. Antemio e Fiorenzo Coss. Cesare Baronio Ann. tomo 6 alla carta 641 Anno 515 ex Cronicum di Marcellino Vitaliano.
515 = Vitaliano vive un’avventura da odissea. Entrato nella città di Misa cerca Cirillo più che Soreneo e trova il comandante dell’esercito addormentato tra due pelli e, estratta un’arma, ferito alla gola del nemico di presenta apertamente all’Imperatore Anastasio.
Cesare Baronio, Annali tomo 6 carta 640, 641, 644, 645, 646, 647, anno del Signore 515.
516 = Il Tiranno Vitaliano spinto contro di se Anastasio, col pretesto di difendere la religione cattolica, con queste arti si armava e col favore del popolo spoliava ecc. ecc.
Cesare Baronio annali tomo 6 carta 652 e libro dei Micefoni libro 16 cap. 38.
517 = Cedendo Vitaliano poiché pareva che le imprese dell’Impero d’Oriente fossero poste al sicuro, Anastasio ecc. ecc.
Cesare Baronio a carta 666 del medesimo tomo 6.
Per volere di Vitaliano, contro Anastasio per evitare (….) aveva finto di obbedire al Pontefice Romano.
Cesare Baronio annali tomo 6 carta 677.
520 = Il Probo Anicio Germano, figlio di quel famoso Probo Anicio Giustiniano VC, è ricordato per nessun altro fatto se non per Anicia che era sorella dell’Imperatore Anicio Giustiniano, che fu sua moglie e gli darà i figli Vitaliano, Germano e Giustiniano Imperatore e la figlia Bliglenzia.
Arnoldo Signore belga 510 grad. 4 Anic. 20 anno 520.
521 = Flavio Anicio Vitaliano Probo, figlio di Germano che testimonia essere egli stesso fratello di Giustiniano. Infatti Giustiniano diceva: onde alla vostra felicità e nostro fratello gloriosissimo Vitaliano scrisse esser stato un sublime difensore della nostra Chiesa.
Arnoldo Vucone 510 Grod. V Anic 21 An 521 segue nello stesso luogo. Le rimanenti notizie sono oscure ma ebbe dalla moglie il figlio Vitaliano.
529 = Io Gordiano illustrissimo e spettabile, venendo dall’Alma Roma dichiaro che è venuto da noi a Cassino, insieme al nostro consanguineo Tertullo Patrizio, per vedere e cercare i nostri carissimi familiari, Flacido Mauro e Felicissimo, dal quale fatto, noi pure per rafforzare tanti vincoli di affetto, in presenza del detto gloriosissimo Signore nostro Tertullo e da Dio per conservazione della nostra Alma città di Roma dovuti ai genitori dei nostri Nobili ossia Simmaco, Boezio, Vitaliano, Eguizio e Doroteo per intervento pure e richiesta del dilettissimo nostro figlio Gregorio presente in perpetuo concedo a te servo di Dio benedetto. Dall’Archivio sacro del Monastero di Cassino sig. Antonio de Napoli Archivista e Notaio. Anno del Signore 529 giorno 15 luglio sotto Giustino Imperatore.
540 = Flavio, Anicio, Giustiniano, Probo VC, figlio della prima moglie del fratello Imperatore Germano Giustiniano Procopio, libro 3 della guerra Gotica e Pancrino libro 3 Fast. Anno 540.
541 = Giovanni Vitaliano, Bessa e Costantino capitani di Giustiniano Imperatore al governo d’Italia nella guerra contro i goti.
Giovanni Bonifacio, storia di Treviso libro 2 a carta 42 am. C. 451.
542 = Non sembra che sia lecito affermare che il nipote del fratello con altri fratelli di Giustiniano non siano collegati pure al sopraddetto Vitaliano e questo Germano.
Arnoldo Vucon. DX Gradu V° Anic 21 Anno D. 542.
543 = Flavio Anicio Vitaliano Probo VC, figlio di Vitaliano Probo, per lunga conduzione della guerra Italica, abituato alle armi Gotiche e avendo ricevuto la dignità Consolare come si trova scritto nelle donazioni di Tertullo Patrizio e Giordano, o riportato nei fatti di S.Gregorio Papa e S.Benedetto come così di seguito detto:
Io Vitaliano Console nella seconda in vero così.
Io Vitaliano Patrizio e Console Arnoldo Vucon D.X. Gradu VI Anic. XXII Sabellico nell’VIII dell’Eneide libro 4.
Il sopraddetto Flavio Anicio Vitaliano Probo ebbe dalla molie N. Anonima, sorella dell’Imperatore Germano Giustiniano, una figlia alla quale nacque il figlio Felicissimo Anno del Signoe 543.
550 = Perannio si portò in tal modo nelle funzioni e nelle discordie che per causa di Giovanni Vitaliano nacquero fra Bellisario e Narsete ecc. ecc.
Historia Malassina libro 2 carta 37.
520 = Giovanni e Vitaliano, Besso e Cipriano, capitani di Giustiniano Imperatore d’Italia, contro i Goti in diverse fazioni unito con Bellisario e separato fece diverse imprese, fu genero di detto Imperatore Bonifacio.
Historia di Treviso Libro 2 a carta 64, 65, 68, 71 e 72 e 74 l’anno 550.
569 = Giordano, padre di S.Gregorio Magno, donò all’Abate B. Bonito di Montecassino, per la salvezza delle anime di Tertulliano, Simmaci, Vitaliano, Egizio e Doroteo, suoi parenti che erano già morti.
Arnoldo D.X. Gradu IIX Anic. XXIV Anno del Signore 569.
576 = Flavio Anicio Giustiniano Probo e Anicio, figlio di Germano e della prima moglie (di Germano) e fratello del predetto Giustiniano di cui abbiamo fatto menzione.
Procopio nel 3° libro sulla guerra Gotica, anche senza dire il nome, come abbiamo trovato nel libro 2ç dei Principi Romani sulla guerra Italica di Pancrino contro i Goti in Italia, incominciata da suo padre insieme al fratello Giustino e a Giovanni e a Vitaliano V. v. fu accanto come Patrizio e Coss. all’Imperatore Tiberio, all’inizio del suo potere chiamato Cesare Augusto, e non molto tempo dopo costrinse il medesimo Imperatore ad abdicare.
Anno del Signore 576 Arnoldo Belga D.X. Gradu Anic. XXII.
582 = S. Felicissimo Anicio, giflio di Anicio Vitaliano, il cui ricordo riportano Pietro Diacono del Santo Monte Cassino Cap. 5, Giordano proavo di S. Gregorio nella sua donazione e il Monaco Giordano nella lettera a S. Mauro e ad altri, disse che avendo fatte alcune offerte a Montecassino da suo padre Vitaliano al santo Padre Benedetto, dopo esser vissuto per molto nella perfezione della religione e nella osservanza monastica, chiuse la sua vita in santità.
Anno del Signore 582 Arnoldo Vucone SSX Gradu VII Anic XXIII e nello stesso modo dalla madre Anicia Proba figlia di Germano, come sopra.
656 = Il Papa Vitaliano nato 76 (anni fa) a Signente in provincia di Campania dal padre Anastasio, tenne il potere spirituale per 14 anni e 6 mesi, regnando l’Imperatore Costante verso l’anno 656. Costui conservò in ogni modo le regole ecclesiastiche ed il rigore (come era costume).
Verso quel tempo fu celebrato il Concilio Toletano XI.
Bambe Regis An. 4 Bartolomeo Carenze del Sommo Consilio.
824 = Blanda Ferleonia come è mia congettura, figlia di Stefano Anicio Pietro Leone e sorella di Massimo, fu la seconda moglie di Paolo Traversario Patrizio Ravennate e diede a suo marito quattro figli Teodosio, Italiano, Filippo e Giacomo.
Libro Rosso 5 Storia di Ravenna Anno del Signore 824.
824 = Morta poi Maria (Baldo Traversario) condusse in moglie un’altra della famiglia Perlconia, ugualmente Romana dalla quale Paolo ebbe quattro egregi figli Teodosio, Italiano, Filippo e Giacomo, uomini insigni che amministravano tutta l’Emilia per il Pontefice ed anche per l’Imperatore come il Pontefice prometteva; infatti per la grazia con la quale il Prode valeva moltissimo presso l’Imperatore per la famiglia materna, godeva la massima autorità presso il Pontefice.
Rebus idem (stesso libro rosso) come sopra. Queste testimonianze sono state apportate da Arnoldo Vucon SS.12 Gradu 5 Aniciano 28 che anche noi abbiamo qui apposto che essendo questa donna Romana, e traendo origine dalla Anicia e forse da Vitaliano Anicio, volle che a uno solo dei figli (come è costume) Italiano, sia da dare il nome Vitaliano, per memoria degli Avi e anche presso la famiglia Vitaliana, i nomi degli altri figli sono stati frequentemente ripetuti e ciò mi persuade moltissimo.
Anicia Prinett, ossia la figlia di Anicio Doroteo è di Bliglenzia, dopo che suo primo marito Arcolindo facente parte dell’ordine Senatorio fu ucciso proditoriamente da Uliteo presso il Tiranno Gontario, fu affidata dallo zio Giustiniano all’Imperatore Giovanni VC, Procopio libro sulla guerra Vandalica e libro 3 sulla guerra dei Goti.
Questa testimonianza, che prima abbiamo tralasciato, la portiamo qui (ora) perché sembra interessare alla nostra storia dal momento che qual Giovanni al quale dal nostro io Giustiniano Imperatore era stata affidata, si sposò poi al sopra ricordato figlio di Vitaliano.
1081= Giacobino dei Vitaliani e Uguccione dei Transalgardi furono i primi Consoli creati dal Consiglio di Padova dopo che Enrico IV Imperatore ad istaza della Regina Berta sua moglie, restituì la libertà ai Padovani, dando loro la facoltà di poter ordinare un Consiglio di 400 Nobili, estratti da 200 famiglie delle più insigne ed antiche della Città, ognuna delle quali non avesse meno di m/20 lire imperiali di (Valsenti) dai quali ogni anno se ne estraessero dei Consoli i quali avessero autorità assoluta di giudicare il popolo e governare lo Stato in modo che nessuno poteva essere, se non una sola volta, Console nella sua vita, la qual cosa avvenne nell’anno del Signore 1081.
Questa testimonianza è stata ricavata dalle scritture autentiche del Vescovado di Padova e riferite dal Portinari, e vista da me la copia di queste scritture, dopo molti cittadini e persone letterate, sono anche riferite da Enrico Calderio Autore praticissimo delle Storie Padovane.
1096= Palamede delli Vitaliani et Ciberio delli Malitia consoli della città di Padoa nell’anno 1096. Scritture Episcopali Henricus Calderius.
1123= Nicolò delli Vitaliani et Henselmino delli Henselmini consoli della città di Padoa nell’anno 1123. Scritture Episcopali et Henricus Calderius qual in luogo di Nicolò mette Gerardo l’anno seguente 1124.
1123= Vitaliani questi vennero da Padoa et da quelli luoghi passarono ad habilitar in Rivalta furono homeni de bona qualità savii et amadori della patria et dicesi questo parentado esser del parentado et casa di Santa Giustina questi furono delli antichi consegi perché si attrova dell’anno 1122 dogando messer Domenego Michiel esser sottoscritti ad uno Privilegio o scrittura fatta alla Comunità de Barri con molti altri nobili de Veniesia sier Zanello, sier Pasquale, e sier Giusto o vero Giustino Vitaliani et questo fu nel palazo che fece el detto pose in quelle lande quando con l’armada andava in agiuto della Liga per l’acquisto de Terra Santa ali tempo de Gottifredo Bugicon. Atti pubblici di Venetia. Privilegio de Barri del quale scriveremo qui appresso la copia estratta fedelmente dalli atti suddetti.
Ex.m. Fede della città de Barri della realtà et integrità del Privilegio fatto alla sua città dal Serenissimo Dose Domenego Michiel.
In el nome del Nostro Signore in l’anno della sua Natività de mille tresento cinquanta quattro in la indiction septima adi 28 del mese d’Avosto del Pontificato del Santissimo Padre e signor nostro Innocentio per la Divina Providentia Papa VI in l’anno secondo nella regal Eglexia di S. Nicolò de Barri.
Questo xe lo exemplo, hover estratto de algune lettere del Magnifico Signor Missier Domenego Michiel Doxe de Venesia sottoscritto de man de pluxor Venetiani Zudexi e de altri testimoni così veraza bolla de plombo in filo de seda rossa picado de quel signor Doxe; si come in prima faza apareva bollada, non canzellada, non raxada, ni in alguna parte corropta; mancando de ogni vizio e sospicion trovata in la Trexoraria de questa Regal Eglixia, lo tenor della qual a parola per parola se cognose esser tal.
Sigfredo figlio di Carlo unitosi con tre mila soldati raccolti a proprie spese alle milizie della
Principessa Matilde servì il Sommo Pontefice Gregorio 4° contro Enrico 4° stesso.
Vitaliano figlio di Pietro fu l’anno 1198 Generale della Milizia padovana con la quale portatosi a Montegalda di sera ove molti ladroni che si vicinarono così in agguato dentro quel Castello per danneggiare le cose de padovani prendendo e uccidendo non solo quella molta gente ma saccheggiando il Castello stesso, il che inteso da i Vicentini arrivarono quelli armati e portatisi a Longare chiusero l fiume del Bachiglione in maniera che l’acqua non poteva più scorrere verso Padova, il che interrotti da Padovani, fecero che Vitaliano si portasse contro Vicentini, il quale ruppe in pochi momenti le operazioni da quelli fatte in molti giorni.
Vitaliano figlio di Matteo lasciò di sè chiara memoria per il suo valore e per la sua sventura poiché essendosi sospetto ne potendolo avere nelle sue forze decapitare e deterrare non solamente il di lui Palazzo nella Contrà di S. Filippo, Giacomo ma ancora spianare le sue fortezze i Baion, di Bosco e S. Angelo; morì intrepido Vitaliano per lasciare ai figli di Romolo, Giacomo e Giovanni un sicuro asilo cioè ritirati nella città di Venezia.
Gerardo, figlio di Pietro fu uno dei grandissimi Giuristi (….) dei suoi tempi e vedesi il suo nome registrato nella matricola dei Giudici del quartiere del Duomo nel 1075.
Giacomo detto anche Giacomino figlio di Vitaliano fu soggetto di singolare bontà e molto atto al governo dei popoli fu Podestà di Belluno l’anno 1371.
Palanidesio o Palanede figlio di Giacomo qm. Giovanni fu Cavaliere de principali della sua Patria e come tale fu uno di quelli che onorarono le ceneri di Tito Livio quando nell’anno 1413 furono trasportate dal Monastero di S. Giustina al suo proemio sostenendo la bona a vicenda con altri Cavalieri cottori principali della Città.
Benedetto figlio di Giorgio fu soggetto di vero talento nelle cose sella sua Patria come di pietà ancora verso il volto divino. Fece nell’anno 1570 erigere a proprie spese nella Chiesa di S. …… de P.P.M.O. una Cappella quale donò e dedicò alla Gloriosa sempre Vergine et un sepolcro per tutta la Gente Vitaliana.
Vitaliano figlio del suddetto Paolo si ritirò in Rialto per evitare l’invasione de Longobardi, fu però gran soldato e molto potente così che potè a proprie spese far buona raccolta di gente d’armi e con valore rimettere nella sua sede il Patriarca Primigenio di Grado dalla quale era stato espluso da Fortunato.
Giovanni figlio del predetto Vitaliano fu uomo molto valoroso ma nel trattar l’armi anche sfortunato perché guerreggiando con Longobardi perdette tutti li suoi Castelli a riserva (tranne) di Mestre e Sant’Ilario.
Paolo figlio del predetto Giovanni ebbe la sorte assai diversa da quella del genitore poiché godè la fortuna di di superare in più incontri alcune perdite de Longobardi e da quelli riavere i suoi poderi che furono occupati al di lui genitore.
Massimo figlio del suddetto Paolo fece edificare la Fortezza del Bosco e misurandosi alla difesa di Ravenna assediata da Longobardi operò azioni di sicuro valore e degne di eterna memoria.
Giberto figlio del suddetto Massimo, dimostrando inclinazione diversa da quella dei suoi maggiori, si fece amico de Longobardi seguendo le loro armi, a quali rimase molto grato e da quali ricevette molti onori militari specialmente da Astolfo e da Desiderio Regi di quella nazione.
Gaboardo figlio del sopradetto Giberto tanto per i meriti del padre che per il proprio valore fu dichiarato capitano de Canali da Desiderio Re Longobardo e per il quale (….) in molte imprese ed in vari cimenti militari.
Candido e Palamede figli del suddetto Gaboardo riassumendo l’inclinazione de loro pro avi si dichiararono inimici di Desiderio che per ciò perdè il primo la vita alla difesa di Baione di Daione suo Castello, ed il secondo cedendo alla fortuna si ritirò fino al Santo, che superato quel le de (……..) i Longobardi da Carlo Magno, potè con questo (…..) passarono in Roma, indi ristituirsi a Padova sua patria e riprendere gli antichi poderi dei suoi maggiori.
Alessandro figlio di Matteo fu luogotenente delle genti d’armi di Alberto marchese d’Este.
Nicolò figlio di Palamede essendo uomo di gran Valore nelle cose del pubblico governo, fu console di Padova negli anni 1124.
Io Domenico Michele, Doge di Venezia e del suo Distretto. Come prima ne per detto, ne per fatto, ne per consiglio o consenso permetterò ad alcuno che qualcuno porti via, di Barrio, la vita o le membra del suo corpo o i suoi beni, sia per cattiva acquisizione venga preso in suo dono poiché se contro il mio volere, o non sapendolo io, si prometterà che avvenga qualcosa di male dopo aver ascoltato la querela se qualche danno a qualcuno è stato fatto o ingiuria ai Veneti questa fra quindici giorni o per giustizia o per gratuita concordia farò mandare ogni cosa osservando questa fede integra senza frode o provvederò in qualche modo. Così Dio mi aiuti e Santi Evangeli di Dio.
Dato nell’anno dell’incarnazione di Mostro Signor Gesù Cristo M.C.XXII – Indizione XV.
1122 = Io Domenico Michele Doge di Venezia
Stephanus Stornatus
Vitalis Michiel
Prothasius Chursulus
Martinus Baiesius
Vitalis Barbadico
Petrus Bonaldus
Bonsignor Augustinos
Stephanus Bellani
40. Vitalis Pantaleo
Dominicus Greco
Joannes Chursulus
Bonus Michael
Rolandus Cantareno
Dominicus Dandolo
Dominicus Moresini
Henricus Faliero
Ursus Tempulo
Stephanus de Ponte
20. Marcus Talonicus
Petrus Gattolus
Alexius de Tuba
Ziani Milianus
Zianus Chalbani
Simon Zeno
Petrus Superantias
Dominicus Dono
Petrus de Subano
Petrus Falier
30. Stephanus Foscasini
Stephanus Bonaldus
Falerius Falerius
Basilius Baseio
Dominicus Falerius
Petrus Pasinaus
Manfredus Siranus
Ziani Damianus
Petrus Boldus
Benedistus Longo
40. Dominicus Sninarolo
Dominicus Trunus
Ziani Michael
Michael Mattono
Henricus Iulianus
Dominicus Badoer
Petrus Marcilio
Dominicus Michael
Petrus Polani
Dominicus Capello
50. Zian Lupareni
Dominicus Damiano
Vitalis Oelsi
Dominicus Montano
Petrus Campanaro
Dominicus Caravello
Petrus Pradtario
Martinus Gorio
Ioannes Gratairolo
Eustachius Iulianus
60. Iordanus Muzianico
Angelus Domus Dei
Laurentius Minotto
Zianus Contarini
Zianus de Seteceulo
Urso Gorianus
Stephanus Michael
Vitalis Pantaleo
Ioannes Georgio
70. Stephanus da Bora
Bonus Entius
Iacobus de Fuziana
Petrus de Canale
Dominicus de Vasano
Petrus Entius
Petrus Fusiari
Ioannes Vitalianus
N. .... Chorius
Dominicus Maurus
80. Tosello Grandus
Ioannes Paulinus
Dominicus Paradisus
Valentinus Calbo
Dominicus Balongo
Dominicus Armado
Andreas Mengulo
Dominicus Entius
Don. Georgius
Leo Saponarius
90. Petrus Superantius
Ioannes Laurenzius
Ioannes Longus
Ioannes Basinacus
Petrus Georgius
Henricus Martinus
Ioannes Bredani
Robertus Falettus
Ioannes Cancaninus
Ursus Georgius
100. Fuseus de Canale
Fuseus Mergulo
Marcus Lauredano
Petrus Marcello
Sominicus Mengulo
Dominicus Muranesio
Ioannes Viadro
Adamus Bonoiudeus
Bonfilium de Molino
Aurius Mazolani
110. Henricus de Ponte
Stephanus Fusiari
Vitalis Dandulus
Marinus Gradonicus
Dominicus Eurizius
Aurius Valaressus
Stephanus Zono
Zian Tranuchius
Henricus de Garbo
Martinus Trunliane
120. Petrus Grittiosus
Stephanus Dandolus
Peneratius Premarino
Achilles Pantaleo
Otho de Canale
Adam Mutianicus
Ioannes Dulcis
Petrus Mairanus
Petrus Dedo
Dominicus Vola
130. Matheus de Canale
Bonfilius Trunus
Aurius Balduinus
Petrus Meganus
Ioannes Dandolus
Ioannes Marius
Aurius Meganus
Ioannes Marinus
Martinus Iacobus
Petrus Tenobendus
140. Constantinus Mairanus
Ioannes Dedo
Dominicus Aurius
Petrus Rubolus
Aurius Bosius
Marcus Baffo
Bonfilius Sanibono
Marcus Casilanus
Doda Landus
Martinus Cauco
Paschalis Vitalianus.
150. Fuscari Gattulus
Petrus Maurus
Dominicus Acotanous
Petru Corradus
Iustus Vitalianus
Basilius Gattulo
Dominicus Mauro
Adam Geno
Clemens Adriano
Marcus Albun
160. Petrus Adriano
Adam de Marino
Ioannes Vindemaso
Ioseph Berengo
Marinus Favensis
Iubanus Calpona
Vitalis Bonus
Vitalis Navagiosus
Vitalis Scandolanus
Contarin Contarenus
Bonus Senior Geno
170. Bolonus Rainaldus
Petrus Michael
Laurentius Gattulo
Dominicus Ursius
Ioannes Marinus
Ioannes Bradius
Angelus Florentius
Ioannes Nani
Augustinos Papulus
180. Petrus Baduarius
Petrus Paschalis
Petrus Suffi
Petrus Giezelus
Dominicus Fabro
Petrus Chapolus
Marinus Grimani
Stephanus Stornatus
Ioannes Ursus
Ioannes Michael
190. Samuel Serzi
Vitalis Angulus
Dominicus Grecus
Petrus Bonaldus
Aurius Zipanus
Bonfilius Gebelan
Nero Gastaldio
Petrus Corus
Sulino Fuscari
Mattheus Dencana
200. Marcus Bonus
Dominicus de Puteo
Henricus Villanus
Ioannes Valero
Petrus Horatius
Ioannes Calbo
Ioannes de Puteo
Balduinus Rainaldus
Gastoldonius Gastaldo
Ioannes Calbo
210. Praldus Apolerus
Fuscari Tunusi vel Fascar
Benedictus Gorus
Bonfilius Baxeio
Gregorius Cinopus
Ioannes Mandeo Apolonius Barbo
Basilius Barastro
Ioannes Acotanto
Ubertinus Steno
220. Ioannes Corus
Gabriel Barbus
Aurius Tintonetus
Marcus Columpna (Colonna)
Ursus Mauronesius
Bonfilius Cupo
Tribunus Memmo
Ioannes Senatori
Dominicus de Molino
Teoricus Michael
230. Stephanus Ardulus
Marcus Barbadico
Marcus Fuscari
Dominicus Francus
Dominicus Florianus
Marcus Ziani
Henricus Manducaselli
Ioannes Cupo
Stephanus Muralus
Petrus Magnus
240. Leo Cuspanus
Ioannes Fuscari
Murcus Puteo
Leo Totulus
Angelus Zipanus
Iustus Dedo
Stephanus de Molino
Dominicus Fescanus
Petrus Fasculus
Benedictus Mauroceno
250. Marinus Michael
Marinus Trunus
Zianus Trivisanus
Marcus Barbadico
Petrus Gautelisinus
Ioannes de Ponte
Ioannes Venerius
Henricus Luganicus
Ioannes Scamanus
Dominicus Barbadico
260. Dominicus Ursius
Michael Michael
Grauso Grossoni
Petrus Paulus
Marcus Miani
Rodulphus ... N.
Marcus Urbani
Ioannes Lupari
Marcus Matelfus
N.... Travalianus
270. Ioannes de Canale
Henricus Dandulus
Romanus Gradonicus
Adalcinus Michael
Stephanus Zianus
Dominicus Fradello
Martinus Vitalis
Vitalis de Griffo
Dominicus Hentio
Dominicus Calbo
280. N.... Guidulphus
Venetus de Mare
Petrus Scutario
Dominicus Salomono
Ioannes Entius
Devesi avvertire che la presente copia è stata cavata da altra copia scorrettamente scritta et anco in questa per inavvertenza si sono confusi alcuni nomi et de chi ne volesse più veridico et essato conto copia procurar haverò dalla comunità di Bari dove, nella Sagrestia della Chiesa di S. Nicolò si ritrova l’autentico originale sigillato con sigillo di piombo pendente da cordone di seta rossa.
1124= Il più grande tempio che fu distrutto dal terremoto fu edificato per primo dal popolo, dal Clero e fu restaurato dalla Regina Berta e consacrato dal Vescovo Milone.
Anselmino degli Anselmini e Gerardo dei Vitaliani Coss.
Enrico Calderio libro 3 carta 2 anno del Signore 1124 Copia di un atto fatto nel 1151 nel quale il Sig. Domenico Morosini Doge fa quietanza e garanzia ai Signori Basilio del Conte di San Giovanni Grisostomo che fa per lui la maggior parte di quelli che furono eletti quell’anno al Maggior Consiglio li fece a cndizione di un certo stabile come appare nell’atto che si fece da Barnardino da Pozzo.
1151= In piena e irrevocabile sicurezza noi facemmo un certo Domenico Manrozeno per grazia di Dio, di Venezia, della Dalmazia e di Croazia Doge con i nostri successori ed eredi Pietro, Basilio e Giovanni con i fratellli e con i figli e un certo Basilio dei Basilii dai territori di San Giovanni Grisostomo affinchè in quella parte ....
Io Domenico Mauroceno per grazia di Dio Doge S. D.
Io Pietro Tradonigo giudice, Pietro Riubulo giudice, Domenico Michele giudice, Domenico Zelsi giudice.
Vidal Orio
Andrea Michiel
Rigo Querini
Marco Signolo
Mattio Florian
10. Marco Morosini
Piero Iusto
Lunardo Fradello
Andrea Cinoro
Domenico Cornaro
Sebastiano Ziani
Giovanni Contarini
Piero Rosso
Domenico Venier
Rigo Foscari
20. Marco Mostolin
Vidal Emiliano
Sebastiano Bon
Piero Querini
Vido Piubilio
Giovanni Basso
Giovanni Morosini
Lerardo Caupitano
Zordan Signolo
Domenego Pollani
30. Ben Arian
Domenego Vegner
Steffano Trentatre
Vidal Moresini
Domenego Polo
Pulgero Bettani
Valperto Griconi
Runò Tiepolo
Felepo Froner
Domenego Michiel
40. Adamo Orio
Doro Vegner
Dunzorli Zuanne
Iulio Averlino
Zan Storlado
Marco Bosio
Domenego Tronzan
Zan Badter
Ottho Prasso
Verzilio Badter
50. Domenego Baseio
Domenego Moresini
Vidal Barozzi
Filoehar Adoaldo
Piero Schaldarin
Pangrati Saponer
Piero Miliano
Vidal Stamalio
60. Michiel Serario
Michiel Zittin
Piero Chaponicolo
Freantonio Querini
Gratian Chontarini
Piero Orso
Marco Capollo
Rigo Magistrorso
Zuanne da Mulin
Marsilio Zorzi
70. Venir Nainzo
Benedetto Adoaldo
Steffano Gradenigo
Domenego Gradenigo
Domenego Vasoler
Domenego Spesolo
Rigo Magrio
Steffano Vegner
Zuan Nicovolo
80. Steffano Antolin
Zuan da Molia
Adamo Chopo
Domenego Badter
Domenego da Molin
Domenego Baroso
Zuan Badter
Andrea Dandolo
Grossilio Charoso
Vegerio Siran
90. Avorlin Pantaleo
Orio Orio
Domenego Pollani
Rigo Moresini
Domenego Michiel
Vidal Doro
Vidal Dandolo
Zuan Pantaleo
Piero Moresini
Domenego Enisolo
100. Orio Dandolo
Zuan Bonaldo
Steffano Moro
Lion Falier
Choloman Bembo
Piero de Riviera
Piero Orio
Stefano Roibolo
Zan Marin
Domenego Dolze
110. Marco Foscarini
Domenego Roibolo
Rimondo Ferro
Felippo Vitalian (credo el voglia dir lian)
Zuan Dandolo
Lion Lion
Vidal Falier
Zuan Armano
Steffano Ziani
Tribun Bon
120. Zorzi Pierobello
Piero Michiel
Marin Gradenigo
Domenego Orio
Baron Querini
Zuan Badter
Domenego Gorian
Domenego Borisi
Rigo Zane
Piero Querini
130. Alessandro Chapolesi
Domenego Barbani
Piero Ziani
Lion Ziani
Piero Baldii
Iachomo Pollani
Domenego Plaidinon
Vidal Barozzi
Marin de Riviera iudes
Anastasio Querini
140. Piero Falier
Zuan Nacrignoso
Domenego Svogolo
Piero Badter
Zuan Zentranigo
Andrea Schaldario
Marco Rampini
Steffano Bolo
Piero Gradenigo
Stefano Arian
150. Rigo Chonstantin
Reghier Gradenigo
Domenego Barozzi
Piero Bonirotti
Piero Tonistu
Zuan Iacobo
Piero Grecho
Martin Foscolo
Bon Regini
Steffano Satarni
160. Rigo Zentani
Piero Zane
Steffano Orio
Marco Marangà
Marin Chopo
Nicholò Vidal
Piero Sten
Zan da Sarmaza
Dondio Pizamano
Piero da Sarmaza
170. Domenego Baruzo
Steffano Mazaman
Marin Avobian
Martin Avobian
Zuan Segreo
Martin Michiel
Marco Baziolan
Otto de Regnier
Piero Gusoni
Bonfantin da Molin
180. Domenego da Molin
Steffano Ziani
Domenego Sisinullo
Stefano Signolo
Vital Salamon
Vitalin Bon
Anzolo da Mulla
Stadio da Mulin
Piero Michiel
Gradalò Gradenigo
190. Steffano Bragadin
Anado Ziani
Domenego Megin
Lonardo Belegno
Piero Pisani
Vido Chalbo
Vidal Grazioso
Vidal Basco
Lion Moresini
Zuan Moresini
200. Bontio Dondi
Marco Spanusta
Domenego Segredo
Vidal Michiel
Zuan Sanudo
Piero Chorner
Vidal Pantaleo
Domenego Tanolonigo
Otto Praduni
Guido Chapoincolo
210. Pangrati de Valsegano
Suan Stadio
Domenego Moresini
Vital Zitti
Domenego Zani
Zuan Gabriol
Zuan Sanudo
Domenego da Equilio
Rigo Adoaldo
Marin Bentani
220. Steffano Spesolo
Domenego Bon
Steffano Moro
Piero Vitalian
Piero Moro
Piero Memo
Marco Paulin
Archilao Ziani
Piero Luccarini
Bertoletto Ariani
230. Zuan Zossi
Manaso Badter
Andrea Michiel
Bonifacio Sottonulo
Bortolo Bon
Rigo Marin
Zentranigo Zentranigo
Simon Disnove
Piero Magno
Domenego Zanlongo
240. Marcho Megin
Mercho Chalbani
Domenego Zentranigo
Silvestro Vitturi
Piero Iulio
Mattio Don
Domenego Zorzi
Zuan Moro
Horlando Vitturi
Zuan Vitturi
250. Mattio Trivisan
Zuan da Marzan
Michiel Marcho
Marin Albon
Zuan Ludemoso
Marin Simenso
Zulian Chalfono
Vital Novitarioso
Vital Scandolor
Lorenzo Grizuolo
260. Anzolo Forensio
Austro Pampulo
Bencosta Premarin
Marin Dantilora
Piero Badter
Piero Paqual
Piero Silio
Piero Cattelo
Domenego Fabio
Piero Champulo
270. Marin Grimani
Domenego Stornado
Steffano Stornado
Zuan Orso
Zuan Michiel
Samuel Serzio
Martin Astasio
Adamo Pataleo
Sabadin Basio
Domenego Silmulo
280. Domenego Enzo
Piero Gambeso
Lion Choculo
Anzolo Zipnan iud
Antonio da Riva
Nicholò Trevisan
Andrea Berengo
Basco Vidal
Francesco Bembo
Piero Enzo
290. Andrea Zorzi
Domenego Fabian Iud
Visti tutti questi soprascritti sono quelli de Chonseio, che se sottoscrisse insieme con Misier Domenego Moresini Dose al ditto instrumento del 1151 i qual fonno tutti 295 i quali in quell’anno erano deputadi al Gran Consegio che doveva essere in tutto al numero del Gran Conseio 480 ma per questo basta la sottoscrittiondi questi soprascritti.
Et perché in questa scrittura vi sono delli errori assai in quanto all’ortografia sapia pertanto il lettore che è stata cavata da un libro antichissimo e mal composto però mi scusi se li ho lasciati come erano, aciò si veda almeno in questo la semplicità di quei tempi.
189. Petrus Vitalianus legum doctor et iudex sacri Palatii Comunitatis Padue Matricula iudicum et Matricula Collegii Paude in quarterio Domi. 1189. Estratto da una chronica Venetiana a manoscritta.
205. Misier Piero Ziani fios della bona memoria de Messer Sebastian Ziani Doxe anteditto Zonta la nova a Venesia del sopradetto Messer Rigo Dandolo che era morto per la elettion delli 40 ellettori fo fatto Doxe trovandose el ditto messer Piero conte in Arbe. Per la qual cosa siando appariado Galie trentauna per andar in le parte de Grecia tutte volle fu mandade con molti parini d’oro a tuor questo messer Piero nobilissimamente sora le qual Galie andò la mazor parte delli nobili e boni naviganti de Venesia e in luogo suo per conte n Arbe fu mandato sier Marco Mistropiero e venuto a Venesia con grandissimo honor et allegrezza fu recevdo e intrò nel Dozado adi 5 d’avosto 1205. Seguita li 40 Elettori.
28 Piero Barbo
38 Martin Mistropiero
48 Marin Giasobe
58 Renir Zen
68 Gratian Zorzi
78 Ottavian Querini
88 Andrea Donado
98 Marco Zanaricol de… S.Marin Cavalier
108 Enrico Nuvarioso
118 Piero Michiel
128 Benetto Griglioni
138 Zuanne Baseio
148 Tomio Falier
158 Orso Zustignan
168 Orso Badter
178 Renier Dandolo fo del Serenissimo Principe
188 Marco Sanudo
198 Marco Pollani
208 Marco Malipiero
218 Vidal Foscarini
228 Vidal Vitaliani (Vitaliani Vital.)
238 Giovanni Orio
248 Giacomo Morosini
258 Piero Grusoni
268 Antolo Visignano
278 Domenico Fiolasio
288 Filippo Corner
298 Giacomo Viadro
308 Giacomo Zulian (cavaliere)
318 Benetto Dolfin
328 Simon Bon Dottor
338 Giacomo Teopolo
348 Bellin Giulio
358 Stefano Foscolo
368 Piero Franco
378 Alberto Salamon
388 Domenico Contarini
398 Stefano Mariglioni
408 Giacomo Zane
1208= Palamide Vitaliano fu Podestà di Vicenza prima che questa Città fosse sotto la giurisdizione della Repubblica Padovana dell’anno 1206.
Degli atti di Nicola Smareghi Notaio Pubblico Vicentino.
1214= Similmente Gerardo Vitaliano fu Podestà di Vicenza prima che questa città fosse sotto la giurisdizione dei Padovani dell’anno 1214 dagli atti di Nicola Smareghi notaio pubblico Vicentino.
1228= Gerardo Vitaliano, un tempo dottore in legge, di Pietro.
Dai registri dei Giudici e Avvocati di Padova dell’anno 1228 raccolti in Città.
1236= Matteo Vitaliani fu uno dei 16 deputati mandati dal Comune di Padova a incontrare Ezzelino da Romano.
Tebaldo Cortellerio all’inizio della sua storia del 1236.
1237= Vitaliano dei Vitaliani fu uno dei 16 deputati mandati ad incontrare Ezzelino da Romano, dell’anno 1237.
Antonio Calza, Storia Padovana delle famiglie.
Ho voluto metter questi due storici a confronto perché sono tra loro un poco discordi circa l’anno ed il nome.
Vita d’Ezzelino.
1237= Giacomino o Giacomo dei Vitaliani fu padre di Vitaliano e di Palamede come si ha dalla matricola del collegio di Padova dell’anno 1237 anzi più avanti poiché i figlioli Palamede e Vitaliano che furono dottori in legge, si trovano segnati nella matricola del Collegio dell’anno 1228 sino al 1275 onde bisogna necessariamente che egli forse del 1200 circa. Matricola del Collegio.
1237= Vitaliano dei Vitaliani fu molto perseguitato dal tiranno Ezzelino; gli fece distruggere la sua torre che aveva nella contrada di SS. Giacomo e Filippo, dalle rovine della quale, come di molte altre, fece fabbricare il castello che ora si vede in S. Romaso.
Vita di Ezzelino, libro 4 a carta 46 dell’anno 1237.
1238= Nello stesso anno Ezzelino fece distruggere molti palazzi di nobili, dei quali l’ottavo in ordine fu di Vitaliano dei Vitaliani in contrada di S. Giacomo e Filippo.
Enrico Calderio libro 3 pagina 49.
1239= Giovanni Vitaliani fu fatto uccidere da Ezzelino con = e fu il terzo nell’ordine, per essere amico e dipendente del Marchese Azzo d’Este, il che accadde nel 1239.
Vita di Ezzelino, libro 4 a pagina 57.
1246= Vitaliano dei Vitaliani figlio di Giacobino, fu dottore in legge, come risulta dai registri dei giudici e degli avvocati di Padova e del Collegio dei dottori dell’anno circa 1247. Quartiere Domi.
1250= Ezzelino, mandato il Prefetto Leniaco dove stavano per arrivare i Germani, atteso l’arrivo dei Germani, e partito da Este con grande celerità dalla Porta Vitaliana affidata ad alcuni, entrò e diede grandi segnali di crudeltà contro gli abitanti.
Enrico Calderio libro 3 carta 142 anno 1250 e nello stesso libro c. 153.
Il tiranno comandò di uccidere Vitaliano dei Vitaliani.
1250= Vitaliano dei Vitaliani imprigionato d Ezzelino con tutta la famiglia e confiscati i suoi beni, poco dopo lo fece morire, e così fece anche molti altri nobili cittadini.
Vita di Ezzelino libro 6 carta 85.
1250= Giovanni Vitaliani fu imprigionato dal tiranno perché strettissimo parente di Tito Novello da Camposampiero, con molti altri cittadini.
Vita di Ezzelino libro 6 carta 86.
1252= Vitaliano dei Vitaliani caduto nelle mani di Ezzelino, fu da lui fatto decapitare.
Vita di Ezzelino libro 6 carta del 1253.
1253= Giovanni suddetto delli Vitaliani, quell’anno fu fatto morire dal tiranno per essere parente e dipendente del Marchese Azzo d’Este, lo fece ammazzare in Cremona dai suoi sicari.
Vita d’Ezzelino libro 6.
1253= Un altro Giovanni Vitaliani fu dall’istesso tiranno con nove altri Nobili cittadini, fatto morire e fu in ordine il quarto condotto al martirio.
Vita d’Ezzelino libro 6 del 1253.
1289= Gaboardo, figlio di Gerardo dei Vitaliani, fu investito di una parte del feudo di Bosco di Sacco.
Anno del Signore 1289 dagli atti di Bartolomeo figlio di Setti Quondam Federico N. esemplare del Sig. Ottolino e del Sig. Delavanzo Auttent. Sig. Daulo Salomone nel giorno del 9 gennaio 1613.
1297= Nicolò dei Vitaliani ebbe una figlia di nome Firia la quale fu moglie di Buzzacarini, nobile Padovano, dalla quale nacque pure una figlia detta anche Firia che fu maritata in Francesco da Cerrara signore di Padova e questa fu la causa del parentado tra la famiglia Carrarese e Vitaliani e fu del 1297.
Artor della famiglia Buzzacarina.
1275= Gerardo dei Vitaliani del quartiere Pont. Degli Altinate a differenza dell’altro già detto Gerardo, del quartiere Domi.
Da Enrico Calderio dell’anno 1275 libro 5 cap. 50 nella divisione delle famiglie nobili Padovane nei vari ordini.
1303= Nel chiostro di S. Antonio di Padova in quella parte che è rivolta verso ponente, vi era negli anni passati, una antica sepoltura sotterranea, coperta da una lastra di pietra viva bianca, simile alla istriana, sopra la quale vi erano ritagliate le seguenti parole:
Sepoltura di Nobile Soldato Antenore de Vitaliani
Parente dei Carraresi 1303
la quale lastra fu levata via da quei Padri del Convento suddetto e fatto fare quadri per la concia.
1312= Nicolò, Giacomo ossia Giacomino e Francesco fratelli e figli del Sig. Vitaliano, fratello del Sig. Palamidesio, e dei figli del quondam sig. Giacomin dalla testimonianza dello stesso Palamidesio come sotto.
1312= Pietro del Sig. Gerardo Vitaliani di Padova della Contrada Domi e gli Eredi del Sig. Bartolomeo Vitaliani erano confinanti all’abitazione dello stesso Palamede Test….. il selese over pavimento della Chiesa vicino alla porta della Sacristia, che era stato rotto per la furia dell’incendio della polvere delle munizioni del magio nella quale cadde lo stecchio della Chiesa che sovrasta alla suddetta porta caso memorando per secoli la qual sepoltura et memoria doveva esser ritornata in stato di prima dai Padri del suddetto Convento siccome ne avevano anche dato intenzione gli anni passati al padre Don Danilo della stessa famiglia e monaco Casin in Santa Giustina di Padova.
1312= Palamide ossia Palamino Vitaliano, Costanza, Basca, Margherita e Anna fratelli e figli del Sig. Giacomino Vitaliani del quartiere e contrada Domi come da testamento dello stesso Palamede redatto da Andrea Dotto, pievano di S. Marino dall’Aula Ducale di Venezia, Pievano, Notaio e Cancelliere nell’anno 1321 Mr. Testimoniale….
1320= Dal censo degli abitanti di Padova del 1320 desunto da autentiche carte mentre i Carraresi combattevano con gli Scaligeri, molte famiglie nobili di Padova erano passate dai Carraresi agli Scaligeri fra i quali si annovera anche la famiglia Vitaliani, come si sa anche presso Paolo Vergerio sulle imprese dei Carraresi.
1344= Giacomino del Sig. Cav. Giovanni Vitaliani come da atto di acquisto di un solo pezzo di terra e questo della contrada di S. Biagio. Notaio Manfredo del Giovanni di Villa Piazzola abitante a Villa Casale il 12 aprile 1339.
1342= Gasparino del Sig. Cav. Giovanni Vitaliani si Padova della contrada di S. Biagio dell’atto rogato dal Presbitero Michele di Domenico Rettore della Chiesa di S. Lorenzl di Campolongo Maggiore di Liettoli e in questa zona abitante 22 dicembre 1342.
1346= Marsilio del sig. Cav. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio sposò la Sig. Aleta figlia del Sig. Tomaso Caponegro di Padova e Sofia coniugi e figli del Sig. Francesco Mecaruffi della contrada di S. Bartolomeo dalla quale la Sig. Sofia lasciata dal detto sig. Tomaso, ricevette 600 libbre presenti Fidello del sig. Giovanni Sanguinacci della contrada di S. Sofia e Nicolò del sig. Giacomo Capovacca di Padova e della contrada di S. Martino entrambi Cappellani della Chiesa di S. Angelo di Sacco e del sig. Grianifo del sig. Nascimbene Giudice Chiavacchi di Padova della contrada di S. Giovanni, dalle mani del sig. Gerardo del sig. ……….. Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, notaio Nicolò del sig. Giovanni di Villa S. Angelo di Sacco del quartiere Ponte Altinate il 18 settembre 1346.
1346= Gasparino del sig. Cav. Giovanni Vitaliani si Padova della contrada di S. Biagio, vendette un solo appezzamento di terra di sei campi nella zona di Villa Bosco di Sacco al sig. Marsilio suo fratello la qual vendita fu confermata dal sig. Giacomino e dal sig. Gerardo suo nipote al quale l’appezzamento era confinante tanto al venditore del Presbitero Michele Rettore della Chiesa di S. Lorenzo di Campolongo di Liettoli e del medesimo abitante pubblico Notaio. 1346.
1347= Marsilio del Cav. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio acquista 4 campi ed oltre ( e più) dal Sig. Folco Sanguinaci di Padova della contrada di S. Sofia, dagli atti del Presbitero Michele Rettore della Chiesa di S. Lorenzo di Campolongo di Liettoli, Notaio e abitante del medesimo luogo. 3 dicembre anno 1347.
Dello stesso modo dello stesso Marsilio esiste un atto di mutuo dello stesso Notaio. Anno mese e giorno di cui so Ugualmente esiste l’atto di possesso dello stesso Marsilio dell’anno 1348 giorno 10 gennaio dello stesso Presbitero Notaio.
1353= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio da mutuo al sig. Selmo de Cando del sig. Candi de Cando (…) ricevono il mutuo Giovanni e Selmo sopradetti dal sig. Gasparino del Cav. Giovanni Viatliani di Padova della contrada di S. Maria Icona alla presenza dei testimoni del Sig. Magnardo figlio naturale del sig. Collalto conte di Treviso a abitante a Padova nella contrada del Pozzo Mussa come dall’atto di Giovanni di Antonio detto Rosso Notaio e abitante di Padova nel quartiere e contrada di S. Leonardo.
8 marzo 1356.
1354= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada di S Biagio come da atto di affitto di un solo pezzo di terra al quale confina il sig. Giacomo del Sig. Cav. Giovanni Vitaliani della contrada di S. Biagio, rogato dal Presbitero Michele del Sig. Domenico di Villa Rossati abitante in Campolongo di Liettoli, Notaio. Quartiere Ponte Altinate giorno …. Marzo Anno Domini 1354.
1356= Marchione di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio dall’atto in cui Lucia sua moglie di Antonio vende alcuni beni, presente il sig. Giacomino detto Bech del sig. Gioavnni Gabrio Vitaliani e queste cose avvenivano in casa sua di Bosco di Sacco. Rogato dal sopradetto Presbitero il 29 gennaio 1356.
1359= Giovanni Piccinino del sig. Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada di S. Agnese, pagò un certo debito presenti il sig. Gerardello Vitaliani dall’atto rogato dal sig. PietroPaolo di Francesco Barbarano nativo e abitante di Padova, contrada Pont. Mol. E contrada S. Leonardo.
Giorno …. anno 1359.
1360= Gioacchino (…) del sig. Cav. Giovanni Vitaliani e nello stesso tempo Gasparino e Bartolomeo suoi fratelli e e Melchioro e Obizzo fratelli e figli del sig. Gerardo tutti della contrada di S. Biagio. E infine Giovanni de Marsilio della contrada di S. Giorgio sono investiti del Feudo di Bosco di Sacco come dell’atto di investitura rogato da Bartolomeo di Nicolò di Padova abitante nella contrada di S. Tomaso. Angela Cler di Guidone dalle parti di Faenza, Nicolò di Giovanni di Giustino abitante di Padova in contrada e cent. di S. Tomaso e Giovanni di Sisto di Prata Notai tutti della Famiglia e della Curia Vescovile di Padova.
30 maggio 1360.
1360= Il Cav. Giacomo Vitaliani, Cav. Zuanone da Peraga, Cav. Giacomo da Santacroce, Tebaldo dei Cordellieri, Frezerino Canode Vacca, Francesco Pizzegota, Albertino da Castelnuovo, cittadini Ambasciatori per la città di Padova alla Repubblica di Venezia. Galeazzo Gattari nella fine della sua Historia dell’anno del Signore 1360.
1361= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada di S. Agnese come da atto rogato da Catone di Bartolomeo di Campolongo di Liettoli e abitante a Campolongo Maggiore nella contrada di Casoli.
26 gennaio 1361.
1363= Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada di S. Biagio come da atto rogato dal Notaio Catone sopradetto abitante ecc.ecc. Notaio ecc. ecc.
30 luglio 1363.
1363= Giacomo del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova e della contrada di S. Urbano come d a atto di deposito ricevuto dal sig. Cav.Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada si S. Biagio, parenti del sig.Gaboardo del sig. Gerardo Vitaliani di Padova e della contrada del Pozzo Mendoso e del sig. Rugenio di Francesco Vitaliani di Padova e della contrada di S. Urbano rogato da Giovanni di Fioravanti Notaio di Padova della cent. e contrada di S. Urbano.
Giorno …. Mese ….. anno 1363.
1366= Gasparino del Cav. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio che abitava anche a Venezia in contrada di S. Vitale ed ebbe tre figli Gerardo, Marsilio e Giovanni come consta dalla carta e atto di procura fatta da se e Gerardo e Marsilio nella persona di Giovanni figlio suo ora residente a Padova ivi trattenuto da affari domestici. Rogato da Sunano Belli Notaio pubblico veneto alla carta 234 anno 1366, 13 luglio.
1366= Il soldato Giacomino del soldato sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada di S. Urbano come da atto di deposito che riceve dal sig. Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio presenti i Testi sig. Tisone del sig. Pomelli da Ponte della contrada Ognissanti e Sig. Ruggero del sig. Francesco Vitaliani di Padova e della contrada di S. Urbano rogato dal Notaio (…) 29 febbraio 1366.
1368= Palamida del sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada Casa di Dio come da atto di investitura del Feudo sotto il Reverendissimo Pilo di Prata, Vescovo Padovano. Rogato da Giovanni di Sisto de Prata notaio Vescovile, 16 gennaio 1368 indicazione 6°.
1368= Obizzo e Melchiore fratelli, e figli del sig. Gerardo Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto di investitura del Feudo di Bosco di Sacco sotto lo stesso Vescovo qui sopra, rogato dallo stesso Notaio e nello stesso anno giorno 4 dicembre, indicazione 6°, Melchiorre morì senza eredi.
1369= Giovanni di Marsilio Vitalini di Padova della contrada do S. Agnese come dell’atto di livello del medesimo fondo esistente in Villa di Bosco di Sacco, al quale erano confinanti da una parte Gasparino, dall’altra Gaboardo Vitaliani di Padova della contrada di Pozzo Campione.
Rogato da Michele del sig. Domenico Notaio e abitante di Campolongo di Liettoli, quart. Ponte Alt. anno 1369.
Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto di affitto di 25 campi i quali da una parte confinano a Gaboardo del sig. Gerardo Vitaliani di Padova della contrada del Ponte Campione. Rogato da Michele del sig. Domenico Notaio e abitante a Campolongo di Liettoli quartiere Pont. Altinate, 10 dicembre 1369.
Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dell’atto di sffitto di 20 campi siti in Villa di Bosco di Sacco, da una parte confinanti con Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada di Pozzo Campione rogato dallo stesso Notaio qui sopra, presenti il sig. Bartolomeo del sig. Cav. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio ed altri.
4 febbraio 1370.
1371= Giacomo Vitaliani fu Podestà di Cividale di Belluno per la Comunità di Padova l’anno 1371. Cronaca di Cividale, Angelo Portinari, storia della Fel. di Padova.
1371= Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada Pozzo Campione come dalla investitura del Feudo di Bosco di Sacco rogata da Bartolomeo Manuzio Notaio Vescovile di Padova. 15 dicembre 1371.
Palamidesio di Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto di acquisto rogato da Zigolo di Barnaba Notaio e abitante in Padova, qiartiere Pont. Alt. contrada di S. Sofia. 4 febbraio 1371.
1372= Giacomo Vitaliani Cavaliere del Consilio segreto di Francesco primo di Carrara Signore di Padova del 1372. Il giorno 7 agosto Galeazzo Gattari Historia Carrarese.
1374= Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto rogato da Matteo di Stefano Notaio e abitante a Campolongo di Liettoli.
10 settembre 1374.
1374= Giacomino del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada di S. Urbano come dall’atto di deposito ossia si mutuo ricevuto dal sig. Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio. Rogato da Antonio del sig. Gumberti Notaio e abitante in Padova in contrada S. Andrea e contrada Braidi.
18 gennaio 1374.
1376= Il Cav. Giacomino del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada di S. Urbano, come da atto di vendita di alcuni poderi in Villa Boni di Giovanni Picenino del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, rogato da Bartolomeo del sig. Stefano Notaio e abitante in Padova in quartiere Pont. Molendini contrada di San Fermo. 24 marzo 1376 indicazione 14°.
1378= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto rogato da Francesco del sig. Marco, un certo Uguccione de Poli Notaio e abitanti in S. Angelo di Sacco.
10 marzo 1378.
1380= Giacomo di Giovanni e Francesco suo fratello dei Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto stabilito fra di loro rogato dal suddetto Notaio.
29 novembre 1380.
1382= Gerardo e Martino fratelli e figli del sig. Gasparino del sig. Cav. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto di investitura del Feudo di Bosco di Sacco con quale i sopradetti fratelli rinunciano ai signori Palamidesio e Giovanni Fratelli e figli del sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio nelle mani del Reverendissimo sig. Stefano Cherasia Vescovo e Ammnistratore del Vescovado di Padova per il Reverendissimo Raimondo, rogato dal sig. Mondo del sig. Domenico Notaio Vescovile e abitante a Padova.
22 agosto 1382.
1380= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto di affitto di certi campi in Villa di Bosco di Sacco i quali sono posti coerenti col sig. Palamidesio di Giacomino Vitaliani di Padova contrada di S. Biagio, rogato da Giovanni del Maestro Catone di Campolongo Maggiore Notaio e abitante nel paese di Rovedo. 15 luglio 1380.
1384= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dell’atto rogato da Francesco di Mardo, un certo Uguccione de Polis Notaio e abitante a S. Angelo di Sacco. 14 dicembre 1384.
1385= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto rogato dal medesimo Notaio come sopra. 26 giugno 1385.
1388= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato dal medesimo Notaio come sopra.
30 novembre 1388.
1388= Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come da atto rogato dal medesimo Notaio come sopra.
28 novembre 1388.
1389= Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova e della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato dal medesimo Notaio come sopra. 17 giugno 1389.
1389= Giacomo Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato dal medesimo Notaio come sopra. 29 agosto 1389.
1389= Giacomo del sig. Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato dal medesimo Notaio come sopra. 2 settembre 1389.
1389= Giacomo del sig. Giovanni del sig. Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio dallo strumento rogato dal medesimo Notaio come sopra. 27 marzo 1389.
1389= Giovanni di Marsilio detto Picinino Vitaliani di Padova e della contrada di S. Giorgio come dall’investitura del Feudo del Bosco di Sacco sotto il Reverendissimo Giovanni di Anselmo di Padova Vescovo Padovano, rogato Bartolomeo di Nicolò Notaio e abitante a Padova nella contrada e cent. di S. Tomaso. 12 agosto 1389.
1391= Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato da Francesco del sig. Marco de Poli Notaio e abitante a S. Angelo di Sacco.
22 ottobre 1391.
1392= Giacomo e Antonio fratelli, e figli del sig. Giovanni Picinino, e Giovanni nipote dei sopradetti e figlio del sig. Francesco Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio (Giorgio?) come da investitura del Feudo di Bosco di Sacco rogata da Nicolò di Giovanni Giustinepoli Notaio e abitante a Padova sotto il Vescovado e Amministrazione di Stefano di Carrara.
8 marzo 1392.
1392= Giovanni di Marsilio Vitaliani di Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto di affitto di 20 campi dei quali sono coerenti i diritti del Vescovado di Padova, rogato da Francesco Melchiore del sig. Berto Sovasse Notaio e abitante a Padova in quartiere delle Torricelle contrada Rutena. 30 giugno 1392.
1392= Giovanni di Marsilio Vitaliani da Padova della contrada di S. Giorgio come dall’atto rogato da Francesco di Marco de Poli Notaio e abitante a S. Angelo di Sacco.
29 agosto 1392.
1392= Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada del Pozzo Campione, come dall’atto di investitura di tutto il Feudo … Clausadonico, sotto il Reverendissimo Ugone de Robertis, Vescovo Padovano, rogato da Eugenio di Giovanni Boninsegna Notaio e abitante in Padova.
12 dicembre 1392 indicazione 12°
1393= Palamidesio del nobile sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto di investitura di tutto il Feudo …… di Campolongo Maggiore, sotto il Reverendissimo sig, Ugone de Robertis Vescovo Padovano, rogato da Bartolomeo di Giovanni del Pozzo di Repio, Notaio e Cancelliere Episcopale di Padova.
Il giorno ultimo di gennaio 1393 indicazione 1°.
1393= Giacomo figlio di Giovanni Vitaliani di Padova e della contrada di S. Stefano una volta di Gragorio sul fiume come dall’atto rogato da Giovanni di Dominato Notaio e abitante in Padova in quartiere Domi ( del Duomo).
17 marzo 1393.
1396= I fratelli Giacomo e Francesco, figli del sig. Giovanni Vitaliani di Padova, della contrada di S. Gregorio, come dall’atti di divisione rogato da Francesco del Pozzo Notaio e abitante a Padova.
giorno di marzo 1396 indicazione 6°.
1396= Giovanna, vedova di Giovanni Picinino Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio, tutrice di Antonio suo figlio, dalla disposizione del marito come dall’atto rogato da Francesco dalle Api, rogato da Lucca di Giovanni de Bernis Notaio abitante in Padova in quartiere e contrada Turriselle il quale Francesco sopradetto fu dichiarato Procuratore. 9 giugno 1396.
1396= I fratelli Giacomo e Francesco, figli del sig. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada diS. Gregorio, come dall’atto rogato da Francesco del sig. Marco de Poli Notaio e abitante a S. Angelo di Sacco.
17 agosto 1396.
1396= Giacomo di Giovanni Vitaliani di Padova della contrada Fallerotti, come dall’atto di affitto di 23 campi situati sopra promontorio, ai quali da una parte erano confinanti a Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada di Pozzo Campione, rogato da Giovanni a stima di Guarnerio di Francesco Notaio e abitante a Padova in quartiere e contrada Domi (del Duomo).
25 ottobre 1396.
1396= I fratelli Giacomo e Francesco figli del sig. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio, come dall’atto di divisione (….) alla presenza di Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada di Pozzo Campione rogato da Francesco di Marco de Poli Notaio e abitante a S. Angelo di Sacco.
17 dicembre 1396 indicazione 6°.
1397= Palamidesio del nobile Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto di tutto il Feudo di Campolongo Maggiore sotto il Reverendissimo sig. Stefano de Carrara Vescovo e Amministratore del Vescovado di Padova, per il Reverendissimo Vescovo Albano Michele roato da Nicolò di Bartolomeo Niccolini Notaio e abitante a Padova. 22 giugno 1397.
1397= Palamidesio figlio del nobile Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio di tre parti (…) del Feudo di Bosco di Sacco, e tutto come sopra Notaio Vescovile, anno, mese e giorno come sopra.
1397= Palamino figlio del nobile Palamidesio Vitaliani di Padov. della contrada di S. Biagio come dall’atto di tutto il Feudo (….) di Campolongo Maggiore e di tre parti (….) di Bosco di Sacco. Lo stesso e tutto come sopra.
1398= Giacomo, Francesco e Antonio di Giovanni Vitaliani di Padova, della contrada di S. Gregorio, come dall’atto di divisione fatto alla presenza del sig. Gaboardo di Gerardo Vitaliani di Padova della contrada del Pozzo Campione rogato da Francesco di Marco del Poli Notaio abitante a S. Angelo di Sacco. 17 dicembre 1398.
1397= Giovanni di Francesco detto Picinino Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio, come dall’atto rogato da Nicolò di Giovanni de Giustinopoli.
8 marzo 1399 del Feudo (….) di Bosco di Sacco.
1397= Giacomino Vitaliani di Padova, contrada di S. Biagio, mosse alla guerra sotto Governolo in compagnia di Pattaro Buzzacherini Capitano dei Carraresi contro Galeazzo Visconti Duca di Milano.
28 agosto 1397 Galeazzo Gatt.
1400= Giacomo di Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio, come dall’atto rogato da Francesco del sig. Marco de Poli Notaio abitante a Padova in contrada di S. Sofia e quartiere Ponte Altin.
9 marzo 1400.
1400= Giacomo del sig. Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio, come dall’atto che scioglie il legato della signora Margherita figlia del buon sig. Antonio dello statuto rilasciato dal sig. Francesco Vitaliani suo fratello in nome di Giovanni Vitaliani suo nipote redatto dal soprascritto Notaio.
6 aprile 1400.
1400= Giacomo del sig. Giovanni Vitaliani di Padova, della contrada di S. Gregorio come dall’atto rogato dal sopradetto Notaio. 20 giugno 1400.
1402= Palamino Vitaliani Cavaliere, figlio di Palamidese, accompagnò Francesco III° di Carrara, figlio di Francesco Novello Signore di Padova, alla guerra di Bologna in favore dei Bentivoglio i quali guerreggiavano contro Galeazzo Visconti Signori di Milano, con molti altri nobili Padovani, 1500 cavalli e 400 Provigionati. Galeazzo Gattini, Historia di Padova.
12 marzo 1402.
1402= Gaboardo di Gerardo Nobil Uomo dei Vitaliani, e parimenti gli altri figli del sopradetto Gaboardo; Carlo, Vitaliano, Antonio, Gaboardo, Alesasndro, Vitaliano, Lucrezia fratelli e figli del sopradetto Gerardo più giovane che si vede il sepolcro fuori della chiesa Maggiore di Padova, adiacente alla Cappella del Santissimo Sacramento con inciso il distico. 1402.
La Prole Vitaliana che generò lo stesso
Gerardo
fece questa scultura nel tempo passato
1403= Vitaliano di Giacomo Vitaliani fu investito da Galeazzo Visconti Duca di Milano del Borgo di Val di Taro come per sue investiture appare date sotto il dì primo di Maggio 1403 nel qual tempo cominciò a cognominarsi delli Borromei per gratitudine dello zio Giovanni delli Borromei, d’una sorella del quale egli era figlio, che gli lasciò tutta la sua facoltà, non avendo lui figlioli legittimi.
1405= Palamino Vitaliani Cavaliere, figlio di Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio con molti altri nobili Padovani, non avendo potuto con ragione alcuna, persuadere Francesco da Carrara ultimo Signore di Padova ad arrendersi alla Repubblica di Venezia, dall’esercito della quale tanto … stette assediato, e vedendo che per sua ostinazione la città di Padova si consumava dall’armi nemiche, dalla peste e dalla fame, ne potendo sopportare la sua rovina, trattarono d’introdurre le genti Venete per pa porta di Pontecorvo. L’anno avanti, che condotto a Venezia fu fatto morire con tutta la sua discendenza. addì 14 settembre 1405.
Palamino Vitaliano sendo dopo che Francesco di Carrara fu sforzato di arrendersi alla Repubblica di Venezia a discezione, senza poter pattuire, dove come e di sopra detto, ci lasciò la vita con tutti li suoi figli (Francesco di Carrara). La Città di Padova creò sedici Ambasciatori e li mandò a Venezia a renderle obbedienza e consigliarle il dominio. Tra questi Ambasciatori, il quarto in ordine fu il nostro Palamino Vitaliani Cavaliere, il quale nella Giostra, che in segno di allegrezza fece fare la Repubblica, riportò l’onore di miglior Cavaliere e Giostratore dei suoi tempi ed ebbe insieme il premio dello Zentamino d’Oro.
Questo successe nell’anno 1406 adì 4 di marzo.
1406= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova, contrada di S. Gregorio, dome dall’atto rogato da Oliviero di Senguici figlio di Giovanni, Notaio Civico e abitante di Padova in contrada Cent. e quartiere di Ponte Molendino. 19 giugno 1406.
1406= Giacomo figlio del nobile Giovanni Vitaliani di Padova della contrada di S. Gregorio come dall’atto del Feudo di Bosco di Sacco, sotto il ReverendissimoAlbano Michele Vescovo Padovano, rogato da Giacomo di Francesco da Padova, Notaio e abitante in contrada di S. Fermo, Amministratore del Reverendo Vescovo Stefano di Carrara.
17 dicembre 1406, indicazione 14°.
1407= I nobili Cavalieri Palamino, Martino, e Pietro Paolo fratelli e figli del sig. Palamidesio, Vitaliano loro nipoti e figlio del sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Basilio, come dall’atto per tre parti del Feudo di Bosco di Sacco e di tutto il Feudo di Campolongo Maggiore, sotto lo stesso Vescovo e Amministratore rogato da Andrea di Polo dei Campani, Notaio e abitante in Padova. Carta 87 dell’11 luglio 1407.
1410= I nobili Cavalieri Palamino, Martino, e Pietro Paolo fratelli e figli del sig. Palamidesio, Vitaliano loro nipoti e figlio del sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto di investitura del Feudo di Bosco di Sacco sotto lo stesso Notaio qui sopra.
26 dicembre 1410.
1410= I nobili Cavalieri Palamino, Martino e Pietro Paolo fratelli e figli del sig. Palamidesio, e Vitaliano loro nipote e figlio del sig. Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto di investitura di tre parti del Feudo di Bosco di Sacco e di tutto il Feudo di Campolongo Maggiore sotto il Reverendissimo Piero Marcello Vescovo Padovano, rogato dallo stesso Notaio di qui sopra.
22 dicembre 1410.
1414= Palamino e Pietro Paolo fratelli e figli del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto con quale vendono a Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova in contrada degli Eremitani, un certo podere in Villa Baioni, rogato da Giacomo di Francesco Padovano Notaio e abitante n Padova in contrada di S. Fermo. 8 novembre 1414.
1414= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato dallo stesso Notaio qui sopra. 8 novembre 1414.
1415= Giovanni di Frencesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto col quale sua madre Margherita fa quietanza; rogato dallo stesso Notaio qui sopra. 28 gennaio 1415.
1416= Vitaliano dei Vitaliani Borromei figlio dei sig. Giacomo Vitaliani di Padova trasferitosi già ( come di sopr nella Città di Milano, fu creato nobile di quella città siccome appare dal Privilegio Ducale dato sotto il dì 10 ottobre dell’anno 1406 dal quale diede per primo a nominarsi delli Borromei et lasciò il cognome Vitaliani.
1418= Vitaliano Borromeo dei Vitaliani di Milano fu fatto tesoriere generale da Filippo Maria Visconti Duca, Come da Privilegio dato sotto il dì 7 gennaio 1418.
1418= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto di vendita di 23 campi nei Prati Maggiori nella Villa dei signori Pennino e Francesco fratelli e figli del sig. Giacomo Sanguinacci di Padova, rogato da Pietro del sig. Burgesi Notaio e abitante in quart. Ponte Molendini della contrada di S. Fermo. 22 Novembre 1418.
1414= Il nob. Cav. Palamino figlio del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, quando fu transalato il corpo di Lilio Padovano della storia di Roma, parente di S. Giustina, dal Cenobio dove giaceva al Palazzo di Giustizia, fu uno dei Portatori del Feretro come dagli atti di Sicco da Polenta Notaio e Cancellier della Comunità di Padova. 1414.
1419= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto rogato da Antonio di Checco Notaio e abitante a Campolongo Maggiore.
13 marzo 1419.
1420= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo di Enrico Curtarodulo Notaio e abitante a Padova in contrada Braide quartiere diPonte Altin. contrada di S. Andrea.
22 ottobre 1420 il quale atto fu sottoscritto da Sicco da Polenta Cancelliere.
1421= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo di Nocolò Putizzelli Notaio e abitante in S. Angelo di Sacco.
31 luglio 1421.
1422= Vitaliani Vitaliani Borromeo del sig. Giacomo Vitaliani fi fatto cittadino di Bergamo come da privilegio datato sotto il 28 novembre 1422.
1415= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto di scioglimento rogato da Giacobbe di Francesco di S. Fermo Notaio, abitante a Padova. 12 aprile 1415.
1423= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Pusitelli Notaio e abitante nella Villa di S. Angelo di Sacco. 18 ottobre 1423.
1423= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova, della contrada degli Eremitani, come da atto rogato dal sopradetto Notaio. è8 ottobre 1423.
1423= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Martino da Statuto e sottoscritto da Siccone da Polenta, Cancelliere della Comunità di Padova, Notaiom Civico e abitante a Padova.
12 novembre 1423.
1424= Martino del sig. Palamodesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto che fu fatto dal sig. Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova, della contrada degli Eremitani, sull’amministrazione dei suoi beni rogato dal Conte di Bernardo de Villibus Notaio e abitante a Padova in quartiere Ponte Altin. contrada di Padova da Pietro Guidotti Notaio, e sottoscritto e convalidato da Siccone da Polenta, Cancelliere.
8 maggio 1424.
1425= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato per i Beni di Albertino de Titulo Notaio e abitante a Padova in quartiere Domi ( del Duomo) della contrada di S. Nicolò e contrada di S. Agnese. 10 gennaio 1425.
1425= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato da Francesco di Tomaso di Piove di Sacco Notaio, e convalidato da Siccone da Polenta Cancelliere della Comunità di Padova.
6 marzo 1425.
1425= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto di permuta con sua madre, Sig. Margherita, che fu prima moglie del sig. Padovano de Pizzasomeni illustre dottore, rogato dal Sopradetto Notaio ecc. 20 marzo 1425.
1428= Giovanni di Francesco Vitaliani della contrada degli Eremitani di Padova, una volta di S. Bartolomeo, come da atto rogato da Andrea di Giulianom Bovolenta Notaio e abitante a Padova in contrada di S. Croce. 6 febbraio 1428.
1425= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto di permuta don la madre sig. Margherita, rogato da Francesco di Tomaso di Piove di Sacco Notaio il 6 marzo 1425.
1428= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Francesco di Tomaso di Piove di Sacco, Notaio Civico e abitante in Padova in quartiere Domi ( del Duomo) e contrada di S. Urbano. 1 marzo 1428.
1428= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomom di Nicola Putizzelli Notaio di Piove di Sacco e abitante a Campolongo Maggiore in contrada Cazola.
23 luglio 1428.
1429= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato dallo stesso Notaio qui sopra. 5 settembre 1429.
1429= Antonio di Borromeo dei Borromei di S. Miniato città fortificata della Toscana, come da atto di investitura del Feudo di S. Angelo di Sacco e pure una sola volta di Limna. Rogato da ….. Notaio ….. sotto il Reverendissimo Pietro Donato Vescovo Padovano.
7 dicembre 1429.
1430= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato dal sig. Francesco di Bartolomeo da Polenta, Notaio Civico e abitante a Padova in quartiere Pont. Molendini Cent. e contrada di S. Leonardo. 18 marzo 1430.
1430= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato dallo stesso notaio qui sopra e convalidato da Siccone da Polenta, Cancelliere della Comunità di Padova.
11 marzo 1430.
1431= Il nob. Cav. Palamino, figlio del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come da atto rogato da Matteo di Francesco Notaio e abitante a Compolongo Maggiore. 1431 … mese ……
1431= Il Cav. Paladino, figlio del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto di deposito rogato da Antonio di Francesco detto Checchino, Notaio e abitante a Campolongo Maggiore 17 giugno 1431.
Vitaliano di Giacomo Vitaliani Borromeo di Milano fu fatto cittadino di Lodi come nel Privilegio datato sotto il giorno 6 novembre 1431.
1431= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto liberatorio rogato da Francesco di Tomaso di Piove di Sacco, Notaio abitante in Padova in quartiere Domi ( del Duomo) contrada di S. Urbano. 5 dicembre 1431.
1431= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato dallo stesso Notaio di qui sopra. 5 dicembre 1431.
1431= Vitaliano Borromeo di Giacomo Vitaliani di Padova fu fatto Cameriere del Duca Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, come dal Privilegio datato 17 dicembre 1431.
1432= Vitaliano Borromeo di Milano, figlio del sig. Giacomo Vitaliani di Padova, ebbe facoltà da Filippo Maria Visconti, Duca di Mialno, di poter fabbricare e fortificare il castello detto Peschiera e la Rocca come nel Privilegio datato 16 marzo 1432.
1433= Giovanni Francesco Vitaliani di Padova contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Pusitelli Notaio abitante a Piove di Sacco in contrada di S. Martino. 26 dicembre 1433.
1425= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova, contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Grancesco di Tomaso Notaio abitante a piove di Sacco, convalidato da Siccone da Polenta.
6 marzo 1425 Duplicato per errore.
1435= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova delle contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Pusitelli Notaio sopradetto 19 luglio 1435.
1437= Vitaliano Borromeo di Milano, del sig.m Giacomo Vitaliani di Padova, fu investito dal Duca di Milano della terra del Castello nel territorio di Alessandria dalla Paglia come da Privilegio datato 25 luglio 1437.
1437= Vitaliano Borromeo di Milano figlo del sig. Giacomom Vitaliani di Padova fu investito della Terra di Palestro dal Duca di Milano come da Privilegio dato sotto il dì 3 agosto 1437.
1439= Vitaliano Borromeo di Milano figlio del sig. Giacomo Vitaliani di Padova fu infeudato della Rocca e Tera di Arona sopra il Lago Maggiore del Privilegio dato sotto il dì 14 settembre 1439.
1439= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giacomo Notao sopradetto. 3 novembre 1439.
1440= Vitaliano Borromeo di Milano, figlio di Giacomo Vitaliani di Padova fu investito dalla giurisdizione di Camerago come da Privilegio datato 20 sette,bre 1440.
1440= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Pusitelli come sopra. 27 settembre 1440.
1440= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Pusitelli come sopra.
27 settembre 1440.
1441= Vitaliano dei Vitaliani Borromai di Milano, figlio di Giacomo Vitaliani di Padova, fu investito dal Feudo di Cannobio dal Duca di Milano con tutta la “Priera” e casa e tutto il restante come da Privilegio datato 9 febbraio 1441.
1442= Vitaliano Borromeo di Milano figlio del sig. Giacomo Vitaliani di Padova fu infeudato dal Duca di Milano della Torre di Bra e Cherasco nel Piemonte come da Privilegio dato sotto il dì 16 marzo 1442.
1444= I fratelli Martino e Palamino figli del sig. Palamidesio come pure i nipoti Nicolò e Vitaliano figli di Pietro Paolo del fu Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dell’atto Feudale (…) Bosco di Sacco dove fu riservato il diritto in tale Feudo all’illustrissimo Conte Vitaliano Vitaliani dei Borromei di Milano figlio del sig. Giacomo sotto il Reverendissimo Pietro Donato Vescovo Padovano, rogato da Brauzone Zerotto Cancelliere dell’Illustrissimo Pietro Foschi Cardinale e Vescovo di Padova. 10 febbraio m1444.
1444= I fratelli Martino e Palamito figli del sig. Palamidesio come pure Nicolò di Pietro Paolo e Vitaliano di Giacomino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto Feudale rogato dal soprascritto Notaio e Cancelliere sotto lo stesso Vescovo Pietro Donato.
27 aprile 1444.
1444= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada da degli Eremitani come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Putiselli Notaio abitante nel “castro” di Piove diSacco in contrada di S. Martino.
54 giugno 1444
1445= Vitaliano Vitaliani Borromeo di Milano, figlio di Giacomo Vitaliani di Padova fu creato Conte di Arona con tutti i suoi discendenti in perpetuo e ridotta detta Terra in Contado come dal Privilegio datato 26 magio 1445.
1445= Vitaliano Vitaliani Borromeo di Milano di Giacomo Vitaliani di Padova questo istesso anno suddetto fu fatto Cittadino di Genoa dome dal Privilegio dato sotto il d’ 4 giugno 1445.
1446= Vitaliani dei Vitaliani Borromeo di Milano mdi Giacomo Vitaliani di Padova fu investito dal Feudo di Ugogna da Duca di Milano, come quello di Mergozzo con sue Giurisdizioni come dal manoscritto Ducale dato sotto il dì primo Novembre 1446.
1446= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come da atto d’acquisto nel quale è detto che giovanni acquistò la casa di Battista Pellarolo della contrada di Parendo, rogato da Bartolomeo di Francesco Prato di Este, Notaio Civico abitante a Padova in quartiere Ponte Molendini contrada di S. Leonardo. 23 dicebre 1446.
1447= Vitaliani Vitaliani Borromao di Milano figlio del sig. Giacomo Vitaliani di Padova comprò dal Duca di Milano il Castello e Giurisdizioni di Podestieni nel Territorio Pavese come dal manoscritto Ducale dato sotto il dì 11 febbraio 1447.
1446= Martino di Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. biagio come dall’atto di Investitura Feudale per tre parti del Bosco di Sacco sotto il Reverendissimo Pietro Donato Vescovo dio Padova, rogato da Enrico Notaio e Cancelliere del Vescovado di Padova.
23 dicembre 1446.
1447= Vitaliano dei Vitaliani Borromeo di Mutilano del sig. Gaicomo Vitaliani di Padova comprò dal Duca di Milano il Castello e Giurisdizione di Podestieni nel territorio Pavese come dal manoscritto Ducale dato sotto il dì 11 febbraio 1447. ( ci si scusa per il duplicato)
1447= Vitaliano dei Vitaliani Borromeo di Milano del Conte Giacomo Vitaliani di Padova conseguì la facoltà da Duca di Milano di fortificare Arona come dal Privilegio del primo aprile 1447 in esecuzione del quale esso Conte Vitaliano circondò detta Terra di Muraglia di pietra viva tanto dalla parte di terra, quanto dalla parte del Lago, facendo anche dalla parte di terra una fortezza con li suoi Revellini e Ponti Levatoi alle porte, e un porto sopra il lago per tenerci le navi attraccate.
1447= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto di acquisto rogato da Lorenzo Mazato di Basilio Salboro Notaio abitante in Padova quartiere Torricelli Contrada di S. Egidio e Cont. di S. Cecilia. 9 giugno 1447.
1447= Vitaliano dei Vitaliani Borromeo figlio del Sig. Giacomo Vitaliani di Padova fu infeudato delle Terre Novaresi che sono Suno, Urano, Bogogno, Crate, Prenestano, Serratico, Borgo Ticino, Divinano, Carmignano e Veghizzo come dal manoscritto Ducalo dato sotto il sì 2 agosto 1447.
1448= Martino di Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto di investitura Feudale per tre parti del Bosco di Sacco sotto il Reverendissimo Fantino Dandolo Vescovo di Padova, Nicola V° Sommo Pontefice, rogato da Enrico di (…) Notaio e Cancelliere del Vescovado di Padova.
12 dicembre 1448.
1449= Vitaliano Conte dei Vitaliani Borromeo figlio del sig. Giacomo dei Vitaliani di Padova comprò dalla Camera di Milano la Rocca, Terra e Feudo d’Angera con la piena Giurisdizione situata nel Lago Maggiore come dall’istrumento dato sotto il dì 18 gennaio 1449.
1449= Vitaliano dei Vitaliani Borromao di Milano figlio del sig. Giacomo dei Vitaliani di Padova Conte d’Arona, conseguì in Feudo e Giurisdizione le terre di Lavello, Cerro, Cerisolo, Cellina, Arolo, Monvallo e Ignia del Contado d’Angera come dal manoscritto Ducale dato sotto il dì 2 aprile 1449.
Vitaliano dei Vitaliani Borromeo figlio di Giacomo dei Vitaliani di Paodva fu investito del Feudo d’Omegna con la Pieve per vai di Permuta dalla Comunità di Milano, come dal manoscritto Ducale dato sotto il dì 28 giugno 1449.
1450= Palamino di Palamidesio dei Vitaliani di Padova, della contrada di S. Biagio come da atto di permuta col sig. Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, rogato da Oliviero di Giovanni Coronari Notaio abitante in Padova in quartiere e contrada Ponte Molendini. 21 gennaio 1450.
1450= Vitaliano dei Vitaliani Borromeo di Milano figlio del sig. Giacomo Vitaliani di Padova ebbe la conferma di tutti i suoi Feudi e Privilegi dal (…) Francesco Sforza Duca diMilano con le vendite ed acquisti fatti dalla Camera Ducale come dal manoscritto dato sotto il dì 5 maggio 1450.
1449= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto di investitura Feudale del Feudo di Bosco di Sacco, per una parte, sotto Fantino Zeno Vescovo Padovano, rogato da Enrico di Sassonia Notaio e Cancelliere del Vescovo di Padova.
9 gennaio 1449.
1452= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto rogato da Giovanni di Nicolò Pusitelli Notaio abitante a Piove di Sacco in contrada di S. Martino. 19 settembre 1452.
1453= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto liberatorio rogato da Francesco di Domenico Conchelli Notaio abitante in Padova quartiere Ponte Molendini Contada e cent. di S. Giacomo. 27 agosto 1453.
1456= Nicolò di Casa Italiana, nobile Cittadino Januense e ricchissimo mercante, fu guarito per miracolo del Beato Nicolò di Prussia, Monaco di S. Nicolò del Boschetto della Diocesi Januense, Professo del Monastero di S. Giustina di Padova, dalla gravissima malattia come consta dalla vita dello stesso Beato Nicolò del sig. Giuliano Januense e Professo di S. Nicolò. Scritto nell’anno del Signore 1456.
1456= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dell’atto rogato da giacomo di Nicolò Putiselli Notaio come sopra.
1456, 14 luglio.
Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto rogato dallo stesso Notaio come sopra 5 settembre 1456.
Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto di investitura feudale nel quale Giovanni viene chiamato Picinino forse per la sua piccolezza della statura ( o si deve il nome ad altro Giovanni ). Rogato da Enrico di Sassonia come sopra, sotto Giacomo Zeno Vescovo di Padova. E’ l’investitura della quarta parte del Bosco di Sacco.
9 marzo 1461.
1462= Martino di Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, ebbe dalla moglie Maddalena, come è naturale, quattro figli, Vitaliano, Marsilio, Palamidesio e Francesco, come da atto rogato da Giacomo di Nicolò Putiselli Notaio e abitante a Piove di Sacco in contrada di S. Martino. 12 luglio 1462.
1462= I fratelli Vitaliano, Marsilio, Palamidesio e Francesco figlio del sig. Martino di Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto (rogato) col quale si stabiliscono gli alimenti alla signora Maddalena loro madre, rogato da Giacomo di Nicolò Notaio come sopra. 12 luglio 1462.
Marsilio figlio del sig. Martino del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto con quale vende 5 campi al prezzo di 80 ducati col patto di riprenderli un giorno o l’antro. Rogato dallo stesso Notaio qui sopra.
27 agosto 1462, indicazione 10°.
1468= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto di quitanza a lui fatto dal sig. Manfredino Conti suo suocero della contrada delle SS. Agata e Cecilia, rogato da Andrea figlio dell’egregio sig. Romeo Bragatio, civico Notaio e abitante a Padova in quartiere Domi, contrada di S.Luica.
20 dicembre 1468.
1473= Giovanni di Francesco Vitaliani di Padova, della contrada degli Eremitani, come dall’atto di procura che fece a Nicolò suo figlio, rogato dallo stesso Notaio qui sopra, abitante in contrada el Pozzo Mendosi.
15 febbraio 1473.
1474= Nicolò figlio del sig; Giovanni del Francesco Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto liberatorio che fa il nome di suo Padre. Rogato dallo stesso Notaio qui sopra. 14 marzo 1474.
1475= Vitaliano, figlio del degno di lode sig. Martino di Padova dei Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto con quale vende 8 campi ad Andrea Bono, Padovano, al prezzo di 50 ducati Veneti; rogato da Pietro di Giovanni Francesco Arrivabeni Notaio e abitante in Venezia in contrada S. Pantalone di Rialto.
10 maggio 1475, indicazione 8°
Nicolò, Lazzaro e Gregorio fratelli, e figli del sig. Giovanni Picinino dei Vitalini di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto col quale Nicolò libera un certo debito in suo nome, nel nome del Padre e dei suoi fratelli; rogato da Andrea di Romeo Notaio come sopra. 8 marzo 1476.
4474= Nicolò di Giovanni Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come dall’atto di investitura per la quarta parte del Feudo di Bosco di Sacco, che è stato investito a suo nome proprio e a nome di Benedetto, Lazzaro e Giorgio, sotto il Reverendissimo Giacomo Zeno Vescovo Padovano; rogato da Daniele Saraceno Notaio e Cancelliere del Vescovado. 16 dicembre 1474.
1482= Nicolò, Lazzaro Giorgio e Benedetto di Giovanni Picinino Vitaliani di Padova, della contrada degli Eremitani, come dall’atto di investitura Feudale del Bosco di Sacco, del quale Nicolò fu investito della quarta parte per rinuncia a suo favore fatta dagli altri fratelli. Rogato dal Notaio e Cancelliere Vescovile sotto l’Illustrissimo e Reverendissimo Pietro Foscari Cardinale e Vescovo Padovano. 12 febbraio 1482.
1482= Palamidesio del sig. Martino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto di investitura Feudale del Bosco di Sacco sotto l’Illustratissimo e Reverendissimo Pietro Foscari Cardinale e Vescovo Padovano; rogato dal sig. Bianco Zorotto (Zerutto) Notaio e Cancelliere del Vescovado. 27 aprile 1482.
1487= Il Cav. Palamino del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come dall’atto di investitura Feudale del Bosco di Sacco sotto il Reverendissimo Pietro Barocio Vescovo Padovano, rogato dal Notaio e Cancelliere del Vescovado e nel quale atto si cita l’Illustrissimo Signori Borromei di Milano e nello stesso tempo dei loro averi nello stesso Feudo.
17 agosto 1487.
1488= Nicolò di giovanni Picinino Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto Feudale della quarta parte del Bosco di Sacco, sotto il Reverendissmo Pietro Barocio Vescovo Padovano, rogato dal Notaio e Cancelliere de Vescovado. 1488.
1490= Nicolò di Giovanni Picinino Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto di cauzione a se fatto dal sig. conte de Alvoroti, Cittadino Padovano Dottore in legge ed ora Amministratore dei suoi beni, che fu Vicario della Città di Brescia; rogato da Luigi di Matteo dei Saraceni e abitante in Padova nel quartiere del forno centrale della contrada di S. Ge….
11 gennaio 1490.
1496= Lazzaro di Giovanni Picinino Vitaliani di Padova della contrada della Strada Maggiore, dottore in Legge, come dall’atto di procura che fece a suo fratello Giorgio, rogato da Gabriele del sig. Antonio da Curtino, Notaio, Giudice ordinario, Civico e abitante a Padova.
10 luglio 1496.
1497= I fratelli Giacomino e Bernardino, figli del sig. Palamidesio Vitaliani di Padova, della contrada di S. Biagio, come dall’atto di divisione rogato da Giovanni Albertini Notaio ed abitante a Padova e trascritto da da Nicolò di Giovanni Picinino Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani Notaio e Coadiutore della Cancelleria della Comunità di Padova. 1497 …….. di Giorgio Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani come dall’atto rogato da Simone Pietro da Curtino, Giudice ordinario, Notaio abitante in Padova in contrada del Pozzo Mendoso.
21 gennaio 1497.
1501= I fratelli Bernardinoe Palamino figli del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto con quale lo stesso sig. Bernardino restituisce la dote della signora Beatrice, figlia del sig. Paolo Ungarelli, dottore in legge, sua moglie defunta, nelle mani del sig. Andrea Ungaretti, pure dottore in legge e zio materno di Vitaliano e Lucrezia, figli di detto sig. Bernardino. Rogato dal sig. Ambrogio Notaio e abitante a Padova.
28 gennaio 1501.
1510= Il Cav. Palamino figlio del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova, della contrada di S. Biagio, come dall’atto col quale rinuncia all’ottava parte del Bosco di Sacco, e vende metà della sua casa posta nella Villa di Bosco di Sacco; rogato da metteo di Luca Tulmaco Notaio Civico e abitante a Padova. giorno lunedì 27 maggio 1510.
Questo Palamino generò Luca che morì senza figli come sappiamo.
1519= Ludovico del sig. Giovanni Vitaliani Borromei di Milano, gettò le fondamenta della Rocca Vitaliana nel Lago Verbano (Lago Maggiore) 6 ottobre 1519.
Nella Vigilia di S. Giustina Vitaliani di Padova per memoria delle antiche origini, pose suo frontone questi versi:
SONO CHIAMATA TORRE VITALIANA TRA LE ONDE DEL VERBANO
AVENDO NOMI APPRESSI DALLA PRIMA STIRPE
ME LUDOVICO E COSI BORROMEO
PORTO L’ONORE VITALIANO IN ALTO
SIA LUOGO SEMPRE APERTO AGLI AMICI FEDELI
MALE MORTIFERO AI NOSTRI NEMICI
nella stessa tabella si legge la seguente memoria scolpita
SE IL MOTIVO DEL DOPPO NOME ……..
SE TU LETTORE PER CASO CERCHI IL MOPTIVO DEL
DOPPIO COGNOME SAPPI CHE GLI ILLUSTRI
CONTI BORROMEI (sono) DELLA STIRPE DEL
PADOVANO VITALIANO UN TEMPO RE CHE HA
TRATTO LA SUA ORIGINE DAL GENITORE DI
SANTA GIUTINA
STA BENE E CIO’ CHE AUGURERAI AL SIGNORE
DELLA TORRE, CIO’ AVVENGA A TE.
Dalla parte occidentale della porta della Rocca già detta, si leggono queste parole scolpite sulla pietra
ENTRA E GUARDA O MIO OSPITE E RIVOLGI LO SGUARDO
SU QUALE SA IL VALORE NELL’AVERSITA’
E VEDI UNITA AL FREDDO SASSO IL FATTO LODANDO IL FEDELE
ELVEZIO IN MEZZO AI FLUTTI FORTUNATAMENTE AGI’
LUDOVICO VERO DISCENDENTE DEI VITALIANI
Anno del Signore M.D.XXI (1521)
Nella parte inferiore si leggono scolpite nel marmo queste parole
SONO SOLITI GLI UOMINI NON PAUROSI CERCARE LUOGHI ADATTI AI LORO STUDI
QUESTO COSI’ LUDOVICO BORROMEO SCELSE PER EVITARE I DARDI DELLA SORTE
SONO STATE GETTATE LE FONDAMENTA NELL’ANNO 1519 IL 6 OTTOBRE
IL GIORNO PRIMA DELLA NASCITA DI S. GIUSTINA VITALIANI IN MEMORIA DELLA ANTICA ORIGINE
1520= Lettera dell’Eccellentissimo Senato di Milano al Serenissimo Doge di Venezia, diretta a favore degli Illustrissimi Borromei. ( libera traduzione)
O Illustrissimo ed Eccellentissimo Principe, testè i Magnifici Conti e Patrizi Milanesi e frai Maggiori da anni, avevano capito di fatto e di diritto dell’ordine non osservato dal Presbitero Francesco Pampano Arcidiacono della Chiesa Maggiore della Città dio Padova che fosse distrutta e demolita una certa Cappella nella quale si accedeva all’Arca sia al Monumento di marmo costruito dagli antichi Predecessori dell’Illustre Casa Vitaliana e dalla quale gli stessi Conti Borromeo trassero la loro origine. Nella sopradeta Chiesa che conserva la Cappella ed il Monumento e prova presso i posteri e gli stessi Conti l’antichità e l’eccellenza della famiglia Vitaliana, che sia revoacta l’ingiuria alla loro Caa e si rammaricano con noi affinchè la Vostra Eccellenza dia l’appoggio perché il disonore di fatto reso alla Casa, venga revocato restituendolo allo stato di prima. Aspettiamo in amicizia la risposta del chiarissimo Re con l’Inclitissima D.V. desiderando che la giusta petizione degli stessi Conti e consigliare l’onore ( come sembra essere) preghiamo l’Illustratissimo D.V. affinchè si degni sia per la nostra causa sia per il favore degli stessi Conti e della Casa Vitaliana, nella quale sono gli stessi Cavalieri, ed è giusto dare ragione perché esaminati i fatti di colui che alla leggera fece demolire la stessa Cappella ed il Sepolcro, di nuovo eregga quella sulla primiera solennità (bellezza) né sopporti si gande Famiglia che tanto ornamento e antica memoria, si tolleri che siano gettate e disperse le ossa di così grandi uomini dal luogo dove erano state poste. Cioè noi saremo gratissimi per lungo tempo di ciò, né chiediamo di più all’Illustrissimo D.V. Noi facciamo affidamento.
giorno 9 ottobre 1520.
Diretta al Regio Senato di Milano a tergo
All’Illustrissimo ed Eccellentissimo Principe ed Onoratissimo Doge di Venezia.
Lettera di domanda ai Rettori di Padova della Serenissima Repubblica di Venezia per eseguire le sopradette lettere del Regio Senato di Milano
1520= Leonardo Loredam, per grazia di Dio, Doge dei Veneziani ecc.. Ai nobili e sapienti uomini Sig. Mario Gregorio Dottore e per suo mandato Podestà e Luigi Contanerio Capitano di Padova, ai diletti fedeli salute e affetto.
Vedrete per l’inclusa copia de lettere dell’Illustrissimo Senato di Milano quanto si dogliono i Magnifici Signori Conti Borromei che per il Reverendo sig. Francesco Pampano li sii stata rovinata la Cappella, dove erano le ossa delli antichi suoi Vitaliani, la qual cosa veramente ne ha dato molestia d’intenderla ed essendo mente nostra, che se la detta Cappella e Monumento sia stata rovinata come si dice per il prefato sig. Francesco Pampano, che il sii ritornato nell’esser suo pristino. Volemo et vi commettemo che dobbiate andare sopra luogo; et visto esser così come li detti Conti dicono coi commandarete al prefato sig. Francesco vista la presente a debbi reparar e ritornar come era detta Cappella e Monumento; et a questo non metti dilazione alcuna et così farete eseguir et si el si sente aggravato li comanderete che il debbi venir alla presentia nostra. Reg. libro F a carte 126.
Data in nostro Ducale Palazzo il giorno 27 di ottobre 1520, indicazione X°.
1525= I Vitaliani di Padova trattano della restituzione della Cappella e Sepolcro dei loro Antenati con il sig. Francesco Pampano, Arcidiacono della Cattedrale della Chiesa Padovana, come dall’atto rogato da Vincenzo Giasone e abitante a Padova. 1525.
1527= I fratelli Antonio, Bernardino e Alessandro figli del sig. Palamino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio. Atto con quale danno la loro casa a livello col quale solvevano Fantino Zeno Padovano di Venezia, figlio di Tomaso; rogato da Giovanni Renzato Notaio e abitante a Piove di Sacco.
4 luglio 1527, indicazione XV°.
1532= Battista e Pietro di Lazzaro Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, come da atto di procura a se fatto dal Magnifico sig. Giovanni Geronimo Loredan, rogato dal Presbitero Bernardo zio, Pievano di S. Geremia Notaio e abitante a Venezia.
30 dicembre 1532.
1543= Pietro di Lazzaro, illustre Dottore dei Vitaliani di Padova, della contrada degli Eremitani, come dall’atta di acquisto col quale lo stesso Pietro compera dai signori Giorgio e Giulio fratelli e figli del sig. Vitaliano Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani; rogato da Guglielmo de Ferraris Notaio e abitante a Padova in quartiere Turriselli Cent. S. Martino e contrada di S. Giuliano. 8 dicembre 1543.
1545= Vitailano figlio di ………... Vitaliani di Padova della contrada degli Eremitani, dal testamento rogato dal Presbitero Antonio Cellega abitante in Villa di Viconovo.
8 luglio 1545
Antonio del Cav. Palamino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, come dall’atto e sentenza favorevoli contro Cecco Ragazzi rogato da Giacomo Cavato Notaio della Curia e abitante a Venezia.
1 settembre 1545.
1557= Antonio di Palamino Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio come da atto e sentenza favorevole contro Annibale Palliareno in causa (…)
Giorno …. di maggio 1557.
(……) desunto dagli atti del sig. Giovanni Giacobbe Terenzio Cancelliere della Comunità di Padova.
Noi Repubblica Padovana, sotto l’Illustrissimo dominio di Venezia ad utilità di tutti i Deputati e per ogni Re, pro Re, Presidi, Marchesi e per tutti gli altri risplendenti per divinità e Principi e Rettori, per tutto il mondo dell’Onnipotente concedendolo il nostro Signore Iddio diciamo che siano raccolti in Lui che è la vera salvezza sempiterna di tutti. Anche la distanza dei luoghi e delle Provincie presenti nel secolo nella fede negli uomini nella dignità e nella magnificenza delle Famiglie nelle nobiltà e nella fama se non degno di fede si raccomandi alcun testimonio e sia munito pubblicamente della forza della fede. Per la qual cosa celebrate le nobili ed illustri Famiglie di quasi tutta la terra e in ogni secolo trascorso e ornati nei secoli di una ben degna corona, e affinchè non si perda la memoria di questi uomini, occorre vivamente provvedere. E pertanto la nostra città di Padova fu sempre ornatissima di Famiglie nobili e di uomini eccellenti e per la loro prestanza sempre di nobiltà più illustre prese il nome la progenie dei Vitaliani e fino al giorno d’oggi per più uomini egregi come il nostro collega Matteo Giureconsulto è ricca in ogni genere famoso di lettere e costumi. Infatti quei vecchi monumenti degli scrittori si vadano a cercare dal Re Vitaliano di tutto il Veneto e di Padova dove brillano queste vestigia. In questa ricerca, per prima viene quella famosa Santa Giustina il sui Santissimo Nome, per tanti religiosi monasteri, viene celebrato diffusamente per quasi tutto il mondo, fiorì con molta fama e fiorirono pure moltissimi Padri di questa Famiglia e Soldati fiorentissimi, Dottori celebratissimi, Cavalieri famosissimi ed altri uomini affilatissimi e ricordati sempre ossia Paolo valoroso condottiero e Capitano, Marsilio, Giovanni e Francesco sia come Cavalieri sia come Padri della Patria di mente degna, Marco e Lazzaro eccellentissimi Giureconsulti dei quali e di altri nati da questa nobile Famiglia, si illustrerà la vita dei costumi onestissimi se il tempo permetterà, non essendoci quindi opportunità di terminare questa nostra esposizione. Ma per confermare il nostro parere ci aiuta quello che scrisse lo stesso Giovanni Francesco Filelfo e quel degnissimo Dante di Antica Memoria ed eterna risonanza e la testimonianza nell’Inferno. Noi pertanto vogliamo provvedere a questa nobilissima Famiglia e al suo ricordo. Queste nostre presenti notizie a tutti e singolarmente i Re, i pro Re, i Presidi, i Condottieri, i Marchesi e gli altri qualunque e qualsiasi Principe, Migistrato, Rettori pubblicamente giudicanti e a ciascun Nobile di tutto il mondo abbiamo voluto dare testimonianza cercando di seguire la verità con fede e alla nostra Repubblica di Padova.
Convalidato col Sigillo del nostro Cancelliere.
Dato a Padova 15 gennaio 1568.
1568= Vitaliano, Fedele e Marsilio di Bernardino del Cav. Palamino di Palamidesio del sig. Martino e di altro Vitaliano, del sig. Bernardino del sig. Vitaliano del sig. Giacomino dei Vitaliani di Padova della contrada di S. Biagio, dalla presentazione dei giurati contro i signori Geronimo e Daniele Mauroceno nella causa del Feudo.
Rogato da Lodovico Grazia Notaio Civico e Cancelliere del Vescovo di Padova e abitante della stessa.
7 aprile 1568.
1568= i Fratelli Vitaliano, Fedele e Marsilio, figli del sig. Bernardino, del sig. Cav. Palamino, del sig. Palamidesio, del sig. Martino e altro Vitaliano del sig. Vitaliano, del sig. Bernardino del sig. Vitaliano del sig. giacomino dei Vitaliani di Padvoa della contrada di S. Biagio, come dall’atto del Feudo di Bosco di Sacco sotto l’Illustrissimo e Reverendissimo Luigi Pisani S.R.E. Cardinale e Vescovo Padovano, rogato da Ludovico Graziano Notaio e Cancelliere Vescovile di Padova e abitante nella stessa.
30 settembre 1568.
1574= Lettera testimoniale fatta dai Signori Vitaliani di Padova ai Signori Vitaliani di Napoli da loro ricercata per fede della sua nobiltà e reale discendenza dalla famiglia Vitaliani di Padova, l’anno di Nostro Signore 1574 il dì 8 settembre.
Noi Matteo Dottor, Lazzaro, Marco, Vitaliano, Zorzi (Giorgio) Fedrigo (Federico), Gaboardo e Nocolò dei Vitaliani di Padova sia in nome nostro come per nome del Magnifico Sig. Antenore figlio del Magnifico sig. Filippo, ad ogni buon fine ed effetto a qualunque Principe e Magistrato Signore e Giudice di qualunque luogo e giurisdizione a chi saranno presentate le presenti nostre, attestiamo e facciamo fede chiara ed indubbia per quello che nei passati tempi, dai nostri Padri, Madri ed Avi, abbiamo udito ricordare non una, ma infinite volte, la buona memoria del M.R.P.D. Giovanni Battista e dell’Illustrissimo Signor Cola Francesco Vitaliani di Napoli, che davvero ebbero discendenza da Padova, dalla Famiglia nostra e affermiamo sue signorie e altri suoi fratelli e sorelle essere veramente dell’antico nostro stipite e della Famiglia nostra Vitaliana; e per tale il Sig. Cola Francesco,predetti fratelli e sorelle, esser tenuti come parenti e attinenti e veramente è così e ognuno di noi Vitaliani affermiamo e attestiamo esser tutta una Famiglia questa Vitaliana, et in fede della verità io Matteo Vitaliani Dottore, ho fatto la presente di mia mano e sottoscritta con la sottoscrizione di tutti i miei fratelli e parenti e sigillata col nostro solito sigillo.
Io Matteo Vitaliani soprascritto
Io Lazzaro Vitaliani confermo quanto sopra
Io Marco Vitaliani confermo quanto sopra
Io Vitaliano Vitaliani confermo quanto sopra
Io Filippo Vitaliani confermo quanto sopra
Io Federigo Vitaliani confermo quanto sopra.
1604= Angelo del sig. Vitaliano e Antenore fratello di lui, della scrittura prodotta contro Pietro Mauroceno nella causa del Feudo di Bosco di Sacco.
31 luglio 1604.
1613= Antenore di Vitaliano di un altro Vitaliano del sig. Bernardino, del sig. Vitaliano del sig. Giacomino del sig. Palamidesio del sig. Giacomino del sig. Vitaliano del sig. Giacomino del sig. Gerardo del sig. Pietro dei Vitaliani di Padova, della contrada di S. Sofia e di S. Biagio. Dall’atto di investitura Feudale del Bosco di Sacco per tre parti rogato da Paolo Salomone Civico Notaio e abitante a Padova nella contrada Domi e Cancelliere del Vescovado sotto il Reverendissimo Marco Cornelio Vescovo di Padova.
21 giugno 1613.
1623= Antenore del sig. Vitaliano di un altro Vitaliano ecc. come sopra dei Vitaliani di Padova e della contrada di S. Sofia, sentenza favorevole nella causa del Feudo del Bosco di Sacco contro gli eredi di Pietro Morosini, rogato da Giulio Vacca, Procuratore Notaio e abitante a Venezia. 5 febbraio 1623.
1624= Antenore del sig. Vitaliano, di un altro sig. Vitaliano dei Vitaliani ecc. ecc. come da conferma della sentenza dell’ufficio sopra …. Di Venezia nella causa come sopra.
Zamaria Bembo al sopra ….. 24 marzo 1624.
La firma della sentenza fu fatta il 10 dicembre ma fu presentata il marzo seguente 1624.
1624= Antenore del sig. Vitaliano di altro sig. Vitaliano ecc. dei Vitaliani, come sopra, per scrittura prodotta contro gli eredi di Pietro Morosini.
3 luglio 1624.
1626= Antenore Vitaliani del sig. Vitaliano ecc. come da atto della sentenza favorevole dall’ufficio della Curria Provvigionale nella causa del Feudo del Bosco di Sacco contro gli eredi di Pietro Morosini Padovano di Venezia.
Rogato da Giulio Vacca, Pubblico Curatore, Procuratore, Notaio di Venezia. 19 maggio 1626.
1626= Antenore di Vitaliano dei Vitaliani da Padova ecc. ecc. come dalla Patente Ducale con il sigillo di piombo del possesso sorporale della ottava parte del Feudo di Bosco di Sacco, cotto Giovanni Cornaro Principe dei Veneziani ecc. rogato da Giulio Vacca Notaio Curatore e Procuratore. 11 dicembre 1626, indicazione X°.
1627= Parimenti e della quarta parte con altra ottava parte dello stesso Feudo, in possesso sorporale in virtù della stessa Ducale e con tutti gli stessi di cui sopra.
21 luglio 1627.
Fine del Manoscritto